Primo passo per la riforma del regolamento di Dublino

Accoglienza solidale in Europa

di Fausta Speranza

Italia e Grecia potrebbero non essere più sole nel far fronte alle domande di asilo di tutti quelli che bussano all’Europa. A Strasburgo questa mattina è stato approvato, in sede di commissione ad hoc dell’europarlamento,  il testo della nuova normativa Ue sui richiedenti asilo, che finora abbiamo conosciuto come il regolamento di Dublino. Fino ad oggi si vincolava il primo paese di ingresso ad disbrigo di tutte le pratiche, ora, in base a questo testo, ogni paese membro in cui arrivano i profughi deve assumersi la responsabilità di gestire le domande, anche se non si tratta del primo territorio europeo calpestato.  Il prossimo passo decisivo, perché la nuova regolamentazione diventi davvero legge europea, è l’approvazione del consiglio dei capi di stato e di governo, che non dovrebbero smentire tante promesse di solidarietà. Ma in ballo non c’è solo il vincolo del primo ingresso, il nuovo testo prevede l’avvio di un sistema automatico e permanente di ricollocamenti.

I tempi sembrano maturi per vedere ormai superata la posizione di quanti hanno remato contro una gestione comunitaria dei particolari flussi migratori che dal 2014 in particolare hanno interessato il vecchio continente.  Il sistema in vigore in questi anni ha fatto sì che solo sei stati membri su 28 hanno fatto fronte a quasi l’80 per cento di tutte le richieste d’asilo presentate nell’Ue. Già lo scorso anno  il parlamento europeo aveva adottato una risoluzione che raccomandava un approccio olistico al fenomeno migratorio, con il superamento del criterio del primo paese d’ingresso e l’avvio di  una vera e propria centralizzazione a livello europeo delle responsabilità sull’asilo. Nel frattempo la commissione europea è riuscita a sbloccare il no di quanti rifiutavano il principio dei ricollocamenti di quote di migranti. Ma la posta in gioco con il nuovo testo è alta proprio perché i paesi membri dovrebbero accettare che diventi un meccanismo costante.

La questione è delicata e complessa anche per altri aspetti. Per esempio, il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) ribadisce la sua raccomandazione centrale: riscrivere il regolamento di Dublino è l’occasione per rivedere anche i criteri guida per le risposte alle domande di asilo. Il presidente del Cir Roberto Zaccaria spiega a L’Osservatore Romano che “vanno ampliati i criteri di requisiti soggettivi dei richiedenti asilo”. In sostanza suggerisce che nel valutare le domande “non vengano considerate solo le parentele strette ma anche affinità di comunità, di paese, senza trascurare lingua e cultura”. L’appello è chiaro: “i criteri vanno ampliati considerando principi di umanità”. Inoltre, non si può dimenticare l’obiettivo finale, che resta quello dell’integrazione. Una volta approvate le domande, deve essere messo in atto un impegno serio, basato – anche in questo caso –  su precisi criteri condivisi più possibile a livello europeo.

Osservatore Romano, 20 Ottobre 2017