La vita nella deflagrazione che nessun crimine contiene

Al Santuario della Madonna di Briano il «Canto delle Creature per don Peppe Diana»

13 aprile 2024

«Don Peppe amava cantare e amava i canti popolari». Nasce da qui l’idea che sta alla base dell’iniziativa diretta da Ambrogio Sparagna, fondatore e direttore dell’Orchestra popolare italiana, per ricordare, a 30 anni dall’uccisione, don Giuseppe Diana nella sua terra campana. Si tratta del concerto Canto delle Creature per don Peppe Diana che viene eseguito con i Solisti dell’Orchestra popolare italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel pomeriggio del 13 aprile al Chiostro del Santuario della Madonna di Briano. Una terra che non ha dimenticato il sacerdote e che «al contrario ha tratto energie e coraggio per il rinnovamento dal suo martirio», dice Sparagna.

L’occasione è particolare perché sono due gli anniversari considerati. Il 19 marzo 1994 a Casal di Principe, dove era nato il 4 luglio 1958, don Peppe veniva ucciso a colpi di pistola nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari, alle 7:20, mentre si accingeva a celebrare la messa. Il suo scritto più noto, la lettera Per amore del mio popolo diffusa a Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana, resta quale manifesto dell’impegno contro il sistema criminale. Ci sono poi gli 800 anni dalla composizione del Cantico delle creature di san Francesco che — sottolinea Sparagna — «in quanto primo canto popolare religioso ben si sposa con la sensibilità di chi vuole ricordare don Peppe sacerdote scout e ben si associa al valore della vita che si vuole celebrare». Al concerto pertanto interviene Davide Rondoni, presidente del Comitato 800, che sottolinea come «in un tempo di depressione o passioni tristi il santo di Assisi è una deflagrazione di vita».

Gli artisti coinvolti, oltre a Sparagna, voce e organetto, sono Gianni Aversano, voce e chitarra; Clara Graziano, voce e organetto; Raffaello Simeoni, voce e fiati popolari; Erasmo Treglia, fiati popolari, violino e ghironda; Alessia Salvucci, tamburelli; Anna Rita Colaianni, voce e direzione del Gruppo vocale Polifonia Aurunca. E per il concerto, oltre al Cantico, ci si è ispirati a Laude antiche dedicate al martirio di Cristo che — afferma Sparagna — «aiutano a capire il valore del martirio nella storia di don Diana». Tornano in mente le parole del sacerdote: «Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione” (…) sino al dono di sé.»

Don Diana vedeva la Campania, definita in passato Campania Felix per le caratteristiche di fertilità, ridotta dalle mafie a «laboratori di violenza e di crimine». Sotto questo aspetto — afferma Sparagna — è importante il richiamo a san Francesco perché «si vuole ripartire dallo sguardo alla ricchezza vitale della natura, proprio del santo di Assisi, per far rinascere il territorio». A questo proposito Sparagna parla di collaborazione fattiva citando il coordinatore del Comitato don Peppe Diana, Salvatore Cuoci, il giornalista e scrittore Raffaele Sardo, il poeta e regista Salvatore Nappa.

Peraltro, la tradizione sacra popolare ha accolto nel suo ampio repertorio musicale una serie di componimenti che descrivono la bellezza e la grandezza del Creato. Ed è tra i terreni agricoli della cittadina casertana di Briano che si avvistano il santuario mariano con il chiostro in cui si svolge il concerto e una piccola chiesa che si distingue per affreschi antichi e moderni. «Da sempre l’essere umano in mezzo alla natura canta», dice Sparagna.

di FAUSTA SPERANZA

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