Tante opportunità dietro quei limiti

22 aprile 2024

Concluso a Napoli il convegno della Cei su disabilità e inclusione

Oltre le disabilità si può andare con un bagaglio di tecnologia e creatività ma soprattutto serve la consapevolezza che la vulnerabilità non è un confine ma una condizione dell’essere umano, uno spazio di fratellanza. A conclusione di Noi, non loro — l’incontro organizzato dal 19 al 21 aprile a Scampia (Napoli) dal Servizio per la pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana — sono tanti gli orizzonti di riflessione aperti ed è rinnovato lo slancio di collaborazione tra le tantissime realtà che sul territorio si prendono cura dei più fragili. La messa celebrata ieri mattina nel Duomo di Napoli dall’arcivescovo Domenico Battaglia ha permesso, con l’ausilio di varia strumentazione, il coinvolgimento diretto di persone con disabilità ed è stata un momento di festa segnato dalla riflessione personale del presule sulla «solitudine che rischia di affliggere chiunque quando non riesce ad andare oltre il proprio io».

La vulnerabilità, della quale la disabilità è una declinazione, non è qualcosa che appartiene ad alcune categorie ma riguarda tutti. Lo ha sottolineato anche don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Cei, ricordando che, «quando nella storia l’uomo ha pensato di essere un superuomo dimenticando la propria limitatezza, ha dato vita agli orrori più gravi, frutto di impostazioni ideologiche». Vulnerabilità — ha chiarito — è «lo spazio dei limiti e delle ferite che tutti sperimentiamo ed è proprio questo lo spazio di umanità che Dio incarnandosi ha scelto di abitare insieme con l’uomo». Grazie alle testimonianze di associazioni, realtà parrocchiali o diocesane, è emerso un quadro essenziale dei bisogni ma anche dei sorprendenti risultati raggiunti quando entrano in campo attenzione e ascolto. È il caso di “Insuperabili”, associazione nata in Campania dallo slancio di Raffaella Bussetti, che offre a suo figlio affetto da autismo e ad altri ragazzi come lui la possibilità di fare sport con coach professionisti. Se per le problematiche fisiche, infatti, è stato fatto un percorso importante fino alle Paralimpiadi, «restano molte più barriere per l’accesso allo sport di chi ha disagi mentali, a partire dall’autismo».

Don Giovanni Stefanelli ha chiarito l’obiettivo dell’associazione “Autismo io ci sono”: dare una risposta a bambini, giovani e adulti autistici e alle loro famiglie attraverso una presa in carico globale che significa innanzitutto «coinvolgere figure professionali». Oggi l’associazione offre un supporto a scuole e a comparti sociali che si occupano di crescita e di sviluppo. Per tutte le persone che vivono problematiche «abbattere anche solo un gradino può fare la differenza», ha ribadito Marco Bertelli, della Misericordia di Firenze, parlando del «diritto a uno spazio abitabile che risponda a esigenze e scelte di vita». Se lasciare esplodere le tante potenzialità che tutti hanno è la finalità, lo psicoterapeuta Giovanni Miselli ha chiarito il punto di partenza essenziale: «Separare le persone dai problemi, capire i desideri e i valori delle persone che non riescono a esprimersi compiutamente per assecondare il progetto di vita che non bisogna negare a nessuno».

Di progetti, vecchi e nuovi, ha parlato il campione paralimpico di lancio del disco e di getto del peso Oney Tapia. Ha raccontato al ritmo di musica «la bellezza della vita perfino riscoperta quando d’improvviso ci si imbatte in una disabilità inattesa: c’è tanto dolore ma per far fronte a quel dolore si mettono in campo energie nuove». Oney, partito da Cuba con un contratto da giocatore di baseball, in Italia ha avuto bisogno di fare anche il giardiniere per mantenersi e su un albero è avvenuto l’incidente che ha provocato la perdita della vista. «Quando ti sembra di avere tutto — ci ha detto — il destino bussa alla porta e in un attimo la tua vita cambia così all’improvviso da scuoterti nel profondo». Tapia è ripartito con l’aiuto della fede e la sua vita ha preso la nuova direzione. All’incontro ha ringraziato per i tre giorni di «condivisione di pensieri ed esperienze straordinari» che ha vissuto dall’inizio alla fine. E ha lasciato il suo messaggio: «Niente può fermare i sogni».

Resta tuttavia ancora molto da fare per abbattere le barriere fisiche o mentali che rendono una società meno inclusiva. Aiuta il richiamo di Maria Rosaria Duraccio, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della diocesi di Vallo della Lucania: «La società è fatta di persone e se le persone cambiano cambia pure la società». Dunque il richiamo: «Tutti, e per prime le persone con disabilità, siamo chiamati a cambiare il modo di concepire i limiti: dietro quei limiti ci sono le opportunità».

L’incontro ha preso ispirazione dalle parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: «Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (35).

dalla nostra inviata a Napoli
FAUSTA SPERANZA

 

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-04/quo-092/tante-opportunita-dietro-quei-limiti.html

Disabilita’ e sport

Potenzialità espressive, sport, anziani, spazi abitativi adeguati, sono stati tra i temi dell’incontro “Noi non loro” organizzato a Scampia dalla Conferenza episcopale italiana, che si conclude oggi con la Messa nel Duomo di Napoli. Tre giorni di confronto che hanno offerto un quadro essenziale dei bisogni delle persone con disabilità e che hanno inviato un messaggio potente sui sorprendenti risultati raggiunti quando entrano in campo attenzione e ascolto

Fausta Speranza – Scampia, Napoli 

 

“Separare le persone dai problemi”: con questa espressione lo psicoterapeuta Giovanni Miselli, intervenuto all’incontro “Noi non loro” della Conferenza Episcopale Italiana, che si è chiude oggi con la Messa celebrata a Napoli dall’arcivescovo della città, monsignor Domenico Battaglia, ha invitato i partecipanti, provenienti da tutta Italia, a concentrarsi su valori e desideri di persone con disabilità per “lasciare esplodere le tante potenzialità che tutti hanno”. Miselli ha sottolineato l’importanza fondamentale di un ascolto davvero attento per capire i desideri e i valori delle persone che non riescono ad esprimersi compiutamente. “E’ solo attraverso i loro desideri che si capiscono i valori e solo comprendendo i valori si può comprendere il progetto di vita che bisogna concepire per chiunque”.

Ascolta l’intervista con Giovanni Miselli

La contagiosa energia di Oney Tapia

Al secondo giorno di dibattiti dell’incontro voluto dal Servizio per la pastorale per le persone con disabilità della Cei si è parlato in particolare dell’ambito dello sport. Tra le varie testimonianze, quella dell’atleta paralimpico Oney Tapia che, al ritmo di musica, ha ringraziato la Cei e tutti i partecipanti per “tre giorni di condivisione di pensieri e di esperienze straordinari”. A proposito di agone sportivo, Claudio Arrigoni, giornalista del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, che da anni segue le Paralimpiadi, ha messo in luce gli straordinari risultati raggiunti, sottolineando che nel mondo sono 650 milioni le persone con disabilità e che soltanto una percentuale troppo bassa riesce a fare sport. Arrigoni, tra l’altro, ha chiarito che le statistiche testimoniano che le persone con disabilità che si misurano con lo sport richiedono una spesa sociale di sei volte inferiore rispetto a chi non ne pratica. Una valutazione, quella di Arrigoni, non di tipo strettamente economico, ma che intende richiamare le responsabilità di una società chiamata ad essere lungimirante sotto tanti punti di vista.

Ascolta l’intervista con Oney Tapia
L'intervento di Oney Tapia
L’intervento di Oney Tapia

L’esperienza di ‘Insuperabili’

Toccante il racconto di Raffaella Bussetti, fondatrice di ‘Insuperabili’, associazione sportiva per persone con diverse disabilità. Bussetti ha testimoniato il bisogno, da madre di un adolescente con una forma di autismo, di offrire a suo figlio la possibilità di fare sport, così importante nell’età evolutiva. È da qui che è nata l’esperienza di ‘Insuperabili’ che in Campania ha la caratteristica straordinaria di offrire strutture e contesto per far praticare sport a ragazzi con disabilità fisiche e anche mentali. Bussetti ha ricordato che se per le problematiche fisiche ci sono perfino le Olimpiadi Paralimpiche, restano comunque molte le barriere per l’accesso allo sport di chi ha disagi mentali.

Ascolta l’intervista con Raffaella Bussetti

La terza età

Tantissimi, tra gli altri, gli interventi anche sul tema della terza età. L’Italia nel 2050 sarà il Paese con la popolazione più anziana al mondo, ha ricordato don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa Cottolengo. Don Carmine ha ricordato che a fronte di una fetta di anziani cosiddetti “fit”, cioè che vivono in salute la terza età, ci sono tantissimi che affrontano disagi, malattie e disabilità vecchie e nuove. Per tutte le persone che vivono problematiche “abbattere anche solo un gradino può fare la differenza”, è stata l’indicazione di Marco Bertelli della Misericordia di Firenze. Bertelli ha sottolineato l’importanza del diritto ad uno spazio abitabile che risponda a esigenze e scelte di vita personali e particolari. “Non si può pensare spazi per tutti – è stata la sua indicazione – ma valutare abitazioni e strutture per ciascuno”.

Ascolta l’intervista con Marco Bertelli

La vulnerabilità dei disabili

Ad offrire una sintesi di tante argomentazioni sulla dignità è stato don Gianluca Marchetti, Sottosegretario Cei, che si è soffermato sul concetto di vulnerabilità per spiegare che non si tratta di un confine, ma di una condizione dell’uomo. Tutti, seppur in diverso modo, siamo vulnerabili -ha ricordato – e quando nella storia l’uomo ha pensato di essere un superuomo, dimenticando la propria condizione di limitatezza, ha dato vita agli orrori più gravi dell’ideologia. Comprendere che la vulnerabilità, di cui la disabilità è una declinazione, non è qualcosa che appartiene ad alcune categorie, ma aiuta a vivere in modo pieno l’esistenza e a vivere la relazione nel “noi” che supera le distanze da “gli altri”. Vulnerabilità, è stata dunque la conclusione, è lo spazio dei limiti e delle ferite che tutti sperimentano ed è proprio quello spazio di umanità che Dio incarnandosi abita insieme con l’uomo.

 

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Disabilita’ e nuove prospettive

Disabilità e nuove prospettive, da Scampia richiamo a vigilare sugli adolescenti

Un forte appello a promuovere attenzione, linguaggio e strumenti sempre nuovi per le persone con disabilità emerge con forza dall’incontro “Noi, non loro”, organizzato dalla CEI alla periferia di Napoli. I sacerdoti impegnati sul campo raccomandano di occuparsi del particolare periodo dell’età evolutiva

Fausta Speranza – Napoli Scampia

Esiste un legame profondo tra povertà e disabilità perché l’una troppo spesso provoca o aiuta l’altra: è quanto ha ribadito, all’incontro “Noi, non loro”, organizzato a Napoli dalla Conferenza Episcopale italiana, Vincenzo Falabella, presidente della Fish – Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap. È stata la sua, una delle tante voci emerse in questa terza edizione del congresso, voluta in particolare al Polo universitario di Scampia della Federico II.

L’opportunità della nuova legge in Italia

“Viviamo in Italia un’opportunità unica per una svolta decisiva in tema di disabilità, e la Chiesa è sempre fondamentale come presenza di stimolo per le istituzioni e in termini di collaborazione fattiva sul territorio”, ha detto invece il ministro italiano per le Disabilità, Alessandra Locatelli, intervenuta all’incontro promosso dal Servizio per la pastorale delle persone con disabilità della CEI di cui è responsabile Suor Veronica Donatello.

Ascolta l’intervista con il ministro italiano per le Ddisabilità Alessandra Locatelli

Locatelli ha parlato di centralità della persona, affermando che è arrivato il momento della concretezza. Pochi giorni fa, il 15 aprile scorso, è stato votato l’ultimo decreto attuativo della legge del 2021 che, ha spiegato il ministro, “prevede linguaggio, risorse e strumenti nuovi di inclusione per tutte le età e che porrà l’Italia all’avanguardia in Europa e nel mondo se riuscirà ad attuare quanto previsto”. “Sia in Europa, sia nel mondo – ha quindi aggiunto – c’è grande attenzione per la nuova normativa italiana di cui si è interessato anche il Commissario straordinario per i diritti umani dell’Onu, Volker Turk”.

Il bisogno di risorse all’altezza delle strategie

Resta da capire, è stata la raccomandazione di don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa Cottolengo, se ci saranno le risorse economiche per mettere in pratica tutto questo. In particolare, è l’interrogativo, per quanto riguarda gli anziani. “Nel 2050 – spiega Arice – l’Italia avrà il maggior numero di anziani rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo e non tutti, purtroppo, autosufficienti”.

La delicatezza dell’adolescenza

A chiarire che è necessario affrontare l’aspetto disabilità in tutti i momenti dell’esistenza, dall’età evolutiva a quella adulta, è il sottotitolo del convegno “In ogni stagione della vita”. Della peculiarità e delle sfide dell’adolescenza ha parlato don Samuele Ferrari, docente del Seminario Arcivescovile di Milano, incaricato di catechetica e pastorale giovanile, che l’ha definita usando le parole di Chesterton: “L’età della vita meno comprensibile”, sottolineando poi l’importanza di individuare il dono e il talento di ciascun giovane che, a volte, si confondono con i desideri. In ogni caso, “quello che ogni giovane esprime va accolto e curato con attenzione speciale, e in particolare se vive disabilità”. Questo per altro, quando accade – ha ricordato don Samuele – permette tante forme di integrazione, come “ragazzi con forme di autismo che collaborano fattivamente con catechisti, giovani con disabilità impegnati a vario titolo in strutture sportive della parrocchia”. Anche da don Samuele è poi arrivata una raccomandazione, ossia che si tratta di “un cammino continuo da fare insieme, innanzitutto insieme con Gesù, e con l’impegno a imparare e ad ascoltare sempre perché ci sono sempre nuove scoperte da fare”. Da parte sua, il fondatore dell’Associazione Meter, don Fortunato Di Noto, ha messo in luce i rischi delle “trappole digitali”: siti e persone che sfruttano la solitudine di adolescenti e in particolare ragazzi con difficoltà per abusi di tipo sessuale.

Essere protagonisti del cambiamento

Tra gli interventi, c’è stato quello di Maria Rosaria Duraccio, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della Diocesi di Vallo della Lucania:

Duraccio ha confermato di guardare alla nuova legge come ad una bella opportunità, perché “offre una visione nuova, quella della persona con il suo progetto di vita, mentre fino ad oggi il fulcro degli interventi si è focalizzato sulle disabilità”. Inoltre, ha spiegato che la nuova normativa può aiutare anche le stesse persone con disabilità a guardare diversamente al proprio spazio nella comunità: “Uno spazio di opportunità e non solo di problemi che deve far sentire tutti protagonisti e non vittime”.

L’inclusione vissuta

All’incontro sono emersi straordinari racconti, da nord a sud Italia, di case famiglie dove vivono persone con disabilità senza genitori, come la Casa Amoris Laetitia nella Diocesi di Bergamo, o esperienze particolari di parrocchie che, ad esempio, assicurano strumentazioni per la partecipazione alle attività delle comunità per non vedenti o non udenti, o ancora associazioni sportive, come Gli insuperabili di Caserta. Oltre alla riflessione, dunque, si tratta di valorizzare la creatività che spesso – ha affermato l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia – può essere stimolata dai protagonisti stessi. Monsignor Battaglia, infatti, ha raccontato quanto la sua Diocesi riceva “in termini di stimoli e idee da un ragazzo affetto da una forma di autismo che collabora da anni con il team della segreteria”.

Una partecipazione di alto livello

Al convegno, le esperienze narrate si intrecciano a rapporti che fotografano le necessità e video che raccontano i progetti Cei. A prendervi parte, in presenza o in collegamento video, oltre all’arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia, sono stati l’arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi e l’arcivescovo di Ascoli Piceno e Vice presidente della Cei, monsignor Giampiero Palmieri. Diverse le autorità civili presenti, oltre al ministro Locatelli e al vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, sono intervenuti il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito; il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi; il prefetto Michele Di Bari e la stessa suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle Persone con disabilità.

Domani, domenica 21, alle 11, l’incontro si concluderà con la Messa presieduta dall’arcivescovo Battaglia.

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-04/disabilita-cei-suor-donatello-scampia-locatelli-convegno.html

L’inclusione che passa per Scampia

Nella periferia di Napoli la terza edizione dell’appuntamento promosso dalla Cei, che da oggi a domenica prossima abbatte le barriere non solo fisiche contro la disabilità, individuando necessità e risorse dei territori. Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio per la pastorale delle persone con disabilità, racconta la prima scommessa vinta: portare 500 partecipanti in un quartiere ritenuto per tanto tempo difficile per tutti

Fausta Speranza – Napoli Scampia

Lo scivolo come mezzo e come simbolo: rampe che servono per persone con disabilità, scivoli che da sempre fanno divertire grandi e piccoli e che nel gioco creano partecipazioneStiamo parlando di alcuni degli “ingredienti” dell’evento “Noi, non loro”, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) presso il Polo a Scampia dell’Università Federico II per promuovere inclusione. Quest’anno, per la prima volta, dopo le due edizioni a Roma, ha portato i 500 partecipanti a Napoli. In particolare, dal pomeriggio di oggi, 19 aprile, alla mattina di domenica prossima, teatro degli incontri è il quartiere di Scampia.

Noto per lungo tempo come periferia difficile di Napoli, per l’evento il quartiere ha messo in campo energie straordinarie, come dice suor Veronica Donatello.

La scommessa vinta

Suor Veronica parla ai media vaticani mentre nell’Aula Magna del Polo universitario sta per iniziare l’incontro. Condivide con noi “la gioia per il fatto di vedere una sala strapiena, mentre sembrava impossibile portare qui tante persone con disabilità e poi parla di risposta straordinaria da parte del quartiere: a partire da nuove strutture per la mobilità, strumentazione per persone non udenti o non vedenti, nonché i “giochi inclusivi” inaugurati nella mattina di venerdì in alcune parrocchie di Scampia. Racconta di un territorio che si è mosso per abbattere le barriere: letteralmente per creare possibili vie di movimento e poi metaforicamente per andare oltre le barriere mentali, che possono tenere lontano dalle persone con difficoltà.

“Noi, non loro” è il titolo giusto per “costruire” fattivamente insieme l’inclusione. E la scelta di Scampia – sottolinea suor Veronica – racconta l’altra scelta fondamentale, “andare incontro ai territori”. Significa peraltro scoprire nuove energie e possibilità. La sfida – aggiunge – è creare una cultura nuova. Lo scivolo serve se provoca una riflessione e se mette insieme le persone.

“Il gioco – afferma ancora suor Donatello – è la metafora dell’amicizia: abbiamo scelto di donare questi giochi accessibili a persone di ogni età per rimarcare che il ‘noi’ è possibile e realizzabile, a partire dai territori”.

La collaborazione della Chiesa locale

“Dalle case famiglie, dove vivono le persone con disabilità senza genitori, a una parrocchia di Scampia dove il sacerdote è un tecnico Aba per l’autismo, abbiamo incontrato parrocchie accoglienti”, dice suor Veronica, ribadendo che “l’idea di spostarsi nei territori è quella di far vedere la bellezza, l’accessibilità dei luoghi ma soprattutto di promuovere e scoprire partecipazione”. È anche interessante come alcune diocesi si siano mosse, arrivando alla sinergia con progetti di vita insieme al Comune e alla Caritas, con l’8xmille.

Peraltro, per la prima volta l’evento avrà l’audiodescrizione anche per la parte liturgica per permettere alla rappresentanza di persone con disabilità visiva di poter seguire.

Oltre alla riflessione sul tema, si vuole valorizzare “la creatività che le Diocesi hanno messo in campo perché nessuno resti ai margini e sia escluso”, ribadisce suor Veronica.

Le stagioni della disabilità

Con i 500 ospiti si parla di tutte le età della vita, dall’età evolutiva a quella adulta, e tutte le relazioni guardano all’ambito teologico e pedagogico. “Abbiamo – continua la responsabile Cei – una visione della persona che tiene conto di entrambi gli ambiti: fede e vita. Durante il convegno saranno 60 le esperienze narrate, precedute dall’illustrazione di rapporti che fotografano le necessità e video che raccontano i progetti Cei.

Il programma

Tante autorità civili e ecclesiali previste. All’inaugurazione dei nuovi giochi a portata di persone disabili e nel pomeriggio del 19 sono intervenuti il rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il prefetto Michele Di Bari, in collegamento video l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi e la stessa suor Veronica Donatello. A seguire, una tavola rotonda con gli interventi di Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, su “Decreti attuativi e progetto di vita”, di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, e di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Federazione italiana per il superamento dell’handicap.

Tanti gli interventi da diversi punti di vista, come quello di don Mattia Magoni, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Bergamo, e quello di Roberto Franchini, presidente Endo-Fap Ente nazionale Don Orione e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Inoltre, all’età evolutiva è dedicato un dibattito, moderato da Riccardo Benotti, giornalista dell’agenzia Sir, con la partecipazione di Dario Ianes, docente alla Libera Università di Bolzano, di Ubaldo Montisci, docente all’Università Pontificia Salesiana, della professoressa Antonella Costantino di Comunicazione e Partecipazione, di Lorenzo Besana e Renata Zanella dell’associazione La Nostra Famiglia, di Christian D’Angiò del Servizio Disabilità della diocesi di Ravenna – Cervia, di Carlo Riva de L’Abilità Onlus e di Fabrizio Serra della Fondazione Paideia.

Domani, 20 aprile, i temi sul tavolo sono quelli dell’adolescenza, dei giovani adulti, degli anziani, fino a giungere alla plenaria, alle 18, con gli interventi di don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Cei, e di Maria Rosaria Duraccio, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della diocesi di Vallo della Lucania.
Il 21 aprile, alle 11 il Convegno si conclude con la Messa presieduta dall’arcivescovo Battaglia.

 

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-04/noi-non-loro-cei-napoli-scampia-disabilita-veronica-donatello.html

La recensione di Mons. Arellano a “Il senso della sete”

Di seguito l’articolo cheMonsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso il polo romano delle Nazioni Unite (FAO, FIDA e Programma alimentare mondiale) ha avuto la bontà di dedicare a Il senso della sete sulla rivista Urbaniana University Press, a gennaio 2024

Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità
Infinito edizioni, Formigine, MO 2021, 256 pp.

Il libro “Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spi- ritualità” di Fausta Speranza, brillante giornalista dei media vaticani, è dedicato interamente alla più essenziale delle risorse naturali, l’acqua, che rappresenta un motore di sviluppo economico primordiale da preservare, difendere e promuovere, nelle città e nelle aree più rurali, da parte degli Stati e dalle persone. Edita da Infinito edizioni, la pubblicazione è cor- redata da una lettera di Papa Francesco che ringrazia l’autrice per il suo lavoro e sottolinea come «coltivare e custodire il Creato» sia «un’indica- zione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi, per far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un luogo abitabile per tutti » (p. 9). Inoltre, diversi punti di vista − contenuti nelle prefazioni, introduzioni e postfazione − impreziosiscono il volume che si configura come importante punto di riferimento su una tematica così arti- colata e sfaccettata. Se, nella prima parte, l’autrice denuncia i tanti disastri ambientali legati all’“oro blu”, nella seconda analizza come la tecnologia possa aiutare la conversione ecologica a favore del nostro Pianeta e, infine, nella terza ed ultima parte Fausta Speranza tratta in maniera scrupolosa il rapporto dell’acqua con le religioni, la letteratura, le arti visive, la musica, l’architettura e il cinema, trovando un bacino di saggezza, sacralità che può nutrire lo slancio di cui abbiamo bisogno per invertire la rotta degli attuali disastri ambientali.

Oltre ad essere l’origine della vita, delle civiltà e dello sviluppo economico, l’acqua ha anche un profondo valore simbolico, presente tra l’altro in moltissime religioni. Purtroppo, lo sfruttamento smisurato delle risorse naturali, in un mondo che conosce soltanto la logica del profitto, sta crean- do le condizioni per avvicinarsi ad un punto di non ritorno in cui siccità e inondazioni rischiano di incrementare le migrazioni di massa. Nel 2022, circa 2.2 miliardi di persone non hanno avuto accesso a fonti d’acqua si- cure e l’International Food Policy Research Institute (IFPRI) prevede che, considerati gli attuali tassi di crescita demografica e di consumo idrico, entro il 2025 il fabbisogno di acqua aumenterà di oltre il 50%. Ad essere colpiti maggiormente saranno gli agricoltori, soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove i raccolti dipendono da sistemi di irrigazione ad alto consumo d’acqua. Vi sono, inoltre, 17 Paesi che ospitano circa un quarto della popo- lazione mondiale che stanno affrontando una gravissima crisi idrica, con un rischio molto elevato di terminare le proprie risorse di acqua. Se guardia- mo all’Unione Europea, il 12% della popolazione lamenta problematiche legate all’acqua che riguardano non tanto la scarsità quanto l’inquinamen- to. Nello scacchiere internazionale l’acqua riveste dunque un’importanza strategica: si pensi, ad esempio, alla crisi del lago Ciad che rappresenta il bacino idrico più importante dell’Africa centro-settentrionale in quanto fornisce acqua ai quattro Stati circostanti (Ciad, Camerun, Nigeria e Niger) e che negli ultimi anni si sta prosciugando a ritmi preoccupanti, causando massicci flussi migratori.

Ispirandosi all’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e all’idea che tutto è intimamente connesso, dal libro emerge la forte correlazione tra cura del creato e cura delle comunità che lo abitano. L’uomo, la natura, lo sviluppo sono legati indissolubilmente all’acqua, ma sono ancora troppe le persone che non vi hanno accesso anche se, come ha ricordato il Santo Padre nella suddetta Enciclica, « l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità » (LS, 30). La tesi più interessante intorno alla quale ruota l’intero libro è considerare l’acqua come il primo dei diritti umani, diritto che costituisce l’architra- ve di tutti gli altri diritti. Eppure, nel 2020, in piena pandemia, l’acqua è stata quotata in borsa al pari dell’oro, del petrolio o di qualsiasi altra merce, soggetta alle speculazioni del mercato che fanno lievitare i prezzi sulla base dello loro reale o presunta scarsità. Speculare su un bene come l’acqua è davvero immorale ed è il risultato di una mentalità utilitaristica che monetizza tutto, anche ciò che deve rimanere un bene comune, vale a dire un bene la cui utilizzazione economica non può andare ad intaccare il nucleo essenziale dei diritti umani.

Non c’è dubbio che il degrado ambientale globale ci chiami a rivedere le nostre politiche e a rivedere l’economia e lo sviluppo sociale in termini di sostenibilità. In un’era dominata dalla tecnologia dove si raggiungono formidabili conquiste, è paradossale che rimangano irrisolte questioni fon- damentali in cui sono in gioco l’esistenza e la dignità dell’essere umano. È dunque estremamente urgente ripensare l’intero sistema di relazioni tra persone, tecnologia e ambiente e parlare di ecologia «avendo a cuore il bene degli esseri umani e della casa comune, nell’interezza della concezio- ne di bene e nella completezza di senso delle possibili relazioni » (p.75).

La riflessione illuminante di Fausta Speranza sull’acqua mette in luce, attraverso una vasta raccolta di informazioni e di lunghe ricerche, i temi e le problematiche che attraversano le varie questioni legate a tale bene. Il volume, inoltre, offre al lettore interessanti spunti di riflessione sul «pri- mo, basilare ed emblematico elemento naturale da cui partire per riflettere sulle urgenze del pianeta » che « rappresenta un fattore chiave per la sussi- stenza, utile per ragionare di un nuovo patto sociale globale » (p. 27).

Fernando Chica Arellano

1/2024 ANNO LXXVII 337      URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL

 

La vita nella deflagrazione che nessun crimine contiene

Al Santuario della Madonna di Briano il «Canto delle Creature per don Peppe Diana»

13 aprile 2024

«Don Peppe amava cantare e amava i canti popolari». Nasce da qui l’idea che sta alla base dell’iniziativa diretta da Ambrogio Sparagna, fondatore e direttore dell’Orchestra popolare italiana, per ricordare, a 30 anni dall’uccisione, don Giuseppe Diana nella sua terra campana. Si tratta del concerto Canto delle Creature per don Peppe Diana che viene eseguito con i Solisti dell’Orchestra popolare italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel pomeriggio del 13 aprile al Chiostro del Santuario della Madonna di Briano. Una terra che non ha dimenticato il sacerdote e che «al contrario ha tratto energie e coraggio per il rinnovamento dal suo martirio», dice Sparagna.

L’occasione è particolare perché sono due gli anniversari considerati. Il 19 marzo 1994 a Casal di Principe, dove era nato il 4 luglio 1958, don Peppe veniva ucciso a colpi di pistola nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari, alle 7:20, mentre si accingeva a celebrare la messa. Il suo scritto più noto, la lettera Per amore del mio popolo diffusa a Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana, resta quale manifesto dell’impegno contro il sistema criminale. Ci sono poi gli 800 anni dalla composizione del Cantico delle creature di san Francesco che — sottolinea Sparagna — «in quanto primo canto popolare religioso ben si sposa con la sensibilità di chi vuole ricordare don Peppe sacerdote scout e ben si associa al valore della vita che si vuole celebrare». Al concerto pertanto interviene Davide Rondoni, presidente del Comitato 800, che sottolinea come «in un tempo di depressione o passioni tristi il santo di Assisi è una deflagrazione di vita».

Gli artisti coinvolti, oltre a Sparagna, voce e organetto, sono Gianni Aversano, voce e chitarra; Clara Graziano, voce e organetto; Raffaello Simeoni, voce e fiati popolari; Erasmo Treglia, fiati popolari, violino e ghironda; Alessia Salvucci, tamburelli; Anna Rita Colaianni, voce e direzione del Gruppo vocale Polifonia Aurunca. E per il concerto, oltre al Cantico, ci si è ispirati a Laude antiche dedicate al martirio di Cristo che — afferma Sparagna — «aiutano a capire il valore del martirio nella storia di don Diana». Tornano in mente le parole del sacerdote: «Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione” (…) sino al dono di sé.»

Don Diana vedeva la Campania, definita in passato Campania Felix per le caratteristiche di fertilità, ridotta dalle mafie a «laboratori di violenza e di crimine». Sotto questo aspetto — afferma Sparagna — è importante il richiamo a san Francesco perché «si vuole ripartire dallo sguardo alla ricchezza vitale della natura, proprio del santo di Assisi, per far rinascere il territorio». A questo proposito Sparagna parla di collaborazione fattiva citando il coordinatore del Comitato don Peppe Diana, Salvatore Cuoci, il giornalista e scrittore Raffaele Sardo, il poeta e regista Salvatore Nappa.

Peraltro, la tradizione sacra popolare ha accolto nel suo ampio repertorio musicale una serie di componimenti che descrivono la bellezza e la grandezza del Creato. Ed è tra i terreni agricoli della cittadina casertana di Briano che si avvistano il santuario mariano con il chiostro in cui si svolge il concerto e una piccola chiesa che si distingue per affreschi antichi e moderni. «Da sempre l’essere umano in mezzo alla natura canta», dice Sparagna.

di FAUSTA SPERANZA

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-04/quo-085/la-vita-nella-deflagrazione-che-nessun-crimine-contiene.html

a Bruxelles Le sens de la soif: all’Europarlamento il 9 aprile con On. De Meo

All’Europarlamento a  Bruxelles

su Agenzia Internazionale Stampa Estera:

https://www.aise.it/lingua-e-cultura-allestero/il-senso-della-sete-una-sfida-per-il-futuro-deuropa-e-del-mondo/202750/157

Le tre edizioni aggiornate di

Il senso della sete

presentate al PE  dall’Europarlamentare  Salvatore De Meo (Ppe)

“Le sens de la soif”

“The sense of thirst”

Mentre la Corte Europea dei diritti dell’uomo condannava nel pomeriggio del 9 aprile 2024 la Svizzera in una sentenza in cui per la prima volta lega la tutela dei diritti umani al rispetto degli obblighi sul clima, al Parlamento Europeo a Bruxelles si discuteva di come l’Europa  combatte con la doppia sfida della carenza idrica e delle inondazioni urbane: Pechino sta costruendo “citta’ spugne”; i Paesi europei che fanno? L’Italia spendera’ i 900 milioni del Pnrr stanziati da Bruxelles per i sistemi idrici colabrodo? In questi anni ha ricevuto centinaia di multe per infrazioni nel sistema idrico.
Se ne è parlato alla presentazione delle versioni (aggiornate e appena pubblicate) in lingua francese e inglese del libro  “Il senso della sete” di Fausta Speranza (prima edizione in italiano nel 2021).
A presentare il libro nelle sue versioni in lingua è stato l’Onorevole Salvatore De Meo (Ppe) che ha sottolineato l’importanza di un approccio culturale teso a promuovere una “transizione giusta”: “il Partito Popolare Europeo porta avanti la sua battaglia per far capire che la sostenibilità ambientale deve essere accompagnata anche da una sostenibilità economica, sociale e produttiva”. Nel Sahel nell’ultimo anno il prezzo dell’acqua in bottiglia è aumentato di 400 volte, mentre “ormai tutto il mondo ha sete”, documenta Speranza. Ma non è solo storia di conflitti: Speranza racconta di iniziative di condivisione, perfino nel contesto del Vicino Oriente: esattamente tra israeliani, palestinesi e giordani. E non è solo storia di mercificazione: Speranza racconta di Paesi in America latina in cui fiumi e laghi hanno personalità giuridica.
In definitiva, non c’è pace per un mondo che ha sete. Il messaggio, trasversalmente internazionale, è argomentato dal libro che uno sguardo a 360 gradi su risorse idriche e relative dinamiche, appena pubblicato in francese oltre che in inglese (dopo la prima edizione in italiano nel 2021).
Il libro:
Titolo: Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità
Autrice: Fausta Speranza
Con una lettera all’autrice di Papa Francesco
Prefazioni di Vandana Shiva e Pasquale Ferrara
Introduzioni di Francesco Profumo e Leonardo Becchetti
Postfazione di Stefano Ceccanti
(€ 17,00 – pag. 256)
Il libro ha ispirato una Mis En Scène curata dall’attore Paolo Minnielli con la partecipazione di tre leader religiosi: il rabbino Ariel Di Porto, il segretario generale della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane, la teologa Linda Pocher dell’Auxilium. (https://www.meridianoitalia.tv/index.php/ambiente/570-se-l-acqua-e-sacra).
Fausta Speranza partecipa al progetto AQUAE, lanciato il 22 marzo scorso nella Giornata mondiale dell’acqua 2024 che coinvolge 1.000 studenti delle scuole di secondo grado di Roma, promosso dall’Università di Roma Foro Italico, con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Ministero per lo Sport e i Giovani; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale; Istituto Superiore di Sanità; Regione Lazio e Comune di Roma.

 

Agenzia Stampa Estera Aise

https://www.aise.it/lingua-e-cultura-allestero/il-senso-della-sete-il-libro-di-fausta-speranza-domani-a-bruxelles/202654/2

Agenzia Sir

Libri: “Il senso della sete. Acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità”, incontro al Parlamento europeo a Bruxelles il 9 aprile

Aquae 2024: con autorità e artisti, Fausta Speranza al Teatro Olimpico nel World Water Day

World Water Day 2024

Autorità di Bacino distrettuale dell’Appenino Centrale e Università del Foro Italico al Teatro Olimpico con 1000 studenti

sul tema: acqua, prosperità e pace

Roma, 22 marzo 2024 – In occasione del World Water Day 2024 è tornata – in terza edizione – l’iniziativa AQUAE!: al Teatro Olimpico si è parlato questa mattina dei legami tra acqua, prosperità e pace, alla presenza di oltre 1000 studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Roma.

A offrire spunti di riflessione tra attualità e cultura è stata Fausta Speranza giornalista e scrittrice, autrice del libro “Il senso della Sete” che, commentando il rapporto ONU Water for Peace, ha parlato del ruolo dei media e di una corretta informazione, di quello delle società civili e delle culture locali, facendo riferimento a situazioni in tutto il mondo.

L’evento di divulgazione scientifica dedicato alle risorse idriche e ai cambiamenti climatici e pensato per i giovani è promosso dall’Università di Roma Foro Italico, quest’anno in collaborazione con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale e con il patrocinio di: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Ministero per lo Sport e i Giovani; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale; Istituto Superiore di Sanità;  SItI – Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica; d Regione Lazio; Comune di Roma, Comitato Nazionale Italiano Fair Play;  Federazione Ginnastica d’Italia.

A dare il via Marco Casini, Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, che innanzitutto ha annunciato che “l’Autorità investirà nei prossimi anni importanti risorse nella divulgazione scientifica e nell’organizzazione di iniziative come Aquae”. Casini ha sottolineato che l’Autorità ha “il dovere di coinvolgere le nuove generazioni, di informarle e formarle su temi di estrema rilevanza come quelli della gestione e della tutela delle risorse idriche con l’obiettivo di sensibilizzarle su comportamenti virtuosi che possano indirizzare lo sviluppo del territorio verso una sempre maggiore sostenibilità”.

Ad aprire il dibattito Sabrina Alfonsi, Assessora all’Ambiente e alle Politiche Agricole del Comune di Roma;  Attilio Parisi, Rettore dell’Università di Roma Foro Italico, unico ateneo italiano specializzato in sport, scienza e salute; Vincenzo Romano Spica, coordinatore scientifico di AQUAE e direttore del Laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie dell’Università di Roma Foro Italico;  Beatrice Covassi, europarlamentare della commissione per l’Ambiente e Sanità Pubblica ha sottolineato il legame profondo tra diritti ambientali e salute.

Claudio Barbaro, Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e sicurezza Energetica, ha inviato ai ragazzi un messaggio, in cui ha lanciato un appello alla “cultura della salvaguardia” ribadendo “l’impegno del Ministero attraverso un programma di educazione ambientale con l’obiettivo di diffondere una vera cultura della tutela ambientale e del rispetto delle risorse naturali”.

L’urgente tema della sicurezza dell’acqua alla luce della nuova normativa europea è emerso negli incontri con Enrico Veschetti ricercatore dell’ISS, Cristian Carboni membro del Water Europe, e Alberto Spotti di Aquaitalia.

Diretto il video di Richard Connor Editor in Chief UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP).

Presentato inoltre agli studenti lo spettacolo itinerante del divulgatore scientifico Fabio Cappa, “Non c’è più tempo”, che si propone di diffondere tra i giovani una consapevolezza critica su come le scelte finanziarie possano influenzare positivamente il pianeta, promuovendo al contempo pratiche di investimento responsabile che tengano conto degli standard ESG.

A moderare Savino Zaba. Tanti gli artisti, gli ospiti e personaggi dello spettacolo che hanno partecipato o rilanciato l’iniziativa. Tra questi, Eleonora Vallone Presidente dell’AQUA Film Festival gemellato da quest’anno con AQUAE nel coinvolgimento delle scuole; Antonio Mezzancella showman, imitatore e cantante; Salvatore Masucci chitarrista; la cantante Santa Fè;  il “violinista Jedi Andrea Casta – tra le star musicali più seguite sui social – che affianca l’iniziativaA istituzionale sin dal primo anno, aprendo ogni edizione di AQUAE con la sua musica in grado di far viaggiare gli spettatori con effetti immersivi tra natura e futuro, spaziando tra pop, elettronica e dance music.

“Celebrare la Giornata mondiale dell’acqua sensibilizzando con questo appuntamento centinaia di studenti è un modo davvero efficace per trasmettere la cultura della salvaguardia di questo bene vitale per l’essere umano. Educare i giovani, e non solo, su questo argomento, è di prioritaria importanza ed è per questo che al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è in atto un programma di educazione ambientale, attraverso il quale siamo convinti di centrare l’obiettivo di diffondere una vera cultura della tutela ambientale e del rispetto delle risorse naturali”, così il Sen. Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al MASE”

“Nella ricorrenza del World Water Day occorre ribadire che l’accesso equo e sostenibile all’acqua per tutti è un tema di primaria urgenza che richiede l’attivazione di sinergie a livello locale, nazionale ed internazionale ponendolo al centro dell’agenda mondiale. Si tratta di affermare un diritto umano essenziale e universale che anche Roma Capitale ha introdotto come principio cardine nel suo Statuto. Ma il problema dell’accesso all’acqua e della tutela di questa risorsa fondamentale è anche una questione educativa e culturale per stimolare la consapevolezza dell’importanza dei nostri comportamenti proprio a partire dalle giovani generazioni. L’evento Aquae, per il quale voglio ringraziare gli organizzatori Prof. Attilio Parisi Rettore Università di Roma Foro Italico, il Prof. Marco Casini Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, il Prof. Vincenzo Romano Spica Direttore Scientifico di AQUAE e gli studenti presenti, è un’occasione preziosa per diffondere i principi della responsabilità etica, morale e politica sulla tutela dell’acqua come bene comune universale” dichiara Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale

“Abbiamo il dovere di coinvolgere le nuove generazioni, di informarle e formarle su temi di estrema rilevanza come quelli della gestione e della tutela delle risorse idriche. L’Autorità di bacino dell’Appennino centrale investirà’ nei prossimi anni importanti risorse nella divulgazione scientifica e nella organizzazione di iniziative come Aquae, al fine di sensibilizzare le nuove generazioni verso comportamenti virtuosi che possano indirizzare lo sviluppo del territorio verso sempre una maggiore sostenibilità” commenta Marco Casini, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale.

“In questa iniziativa che portiamo avanti da 20 anni, presentiamo scoperte, norme, su acque a partire da quelle per lo sport e piscine, per arrivare a una prospettiva a 360 gradi. Promossa dal laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie, che studia acqua in diverse linee di ricerca, è una azione di III MISSIONE aperta a scuole, giovani, popolazione, in cui diffondere conoscenze e i risultati nostre ricerche” dichiara Attilio Parisi, Rettore Università di Roma Foro Italico.

“Abbiamo previsto un flash hub, dedicato alle scuole per conoscere il DNA delle acque, la biodiversità e con loro fare ricerca per un domani sostenibile! Faremo una mappa italiana del microbiota delle acque, un esercizio per educare al valore dell’acqua e coinvolgere giovani a fare scienza anche con le ultime tecnologie della genetica molecolare. A ottobre condivideremo i risultati, oggi è solo l’inizio di un nuovo scambio tra giovani e università, uniti dall’acqua” conclude Vincenzo Romano Spica, Direttore Scientifico di AQUAE Università Foro Italico

https://www.federginnastica.it/news/28088-roma-teatro-olimpico-aquae-nel-world-water-day-con-fgi-e-san-giorgio-79-desio.html

 

 

Un Papa alla Biennale per i “serbatoi di doppia creatività”

11 Marzo 2024

Il 28 aprile Papa Francesco si recherà alla 60esima Esposizione Internazionale d’Arte. Si tratta della prima volta che un Papa visita la Biennale di Venezia, che quest’anno si svolgerà, sul tema Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, dal 20 aprile al 24 novembre 2024 e ospiterà il Padiglione della Santa Sede intitolato With My Eyes. L’allestimento della Santa Sede,   installazione fisica e concettuale, ha coinvolto artisti internazionali e si svolgerà all’interno della Casa di reclusione femminile Venezia Giudecca, offrendo una declinazione particolare della questione dei diritti umani e della figura degli ultimi. Significati e valori che accompagnano l’iniziativa sono stati presentati questa mattina in Sala Stampa Vaticana.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il prefetto del Dicastero per la Cultura e l’educazione, cardinale José Tolentino de Mendonça, ha chiarito che «la Chiesa si attende un vero dialogo con gli artisti e non che siano cassa di risonanza». Ha ricordato che «Papa Francesco riconosce l’importanza del senso critico degli artisti che aiuta a pensare», per poi parlare di una polifonia che contiene qualcosa di inatteso o diverso che, anche nelle sue espressioni radicali, può offrire interrogativi o suggestioni utili a rintracciare, ricostruire una visione del sacro. Ha ribadito, dunque, che «la Chiesa si attende un dialogo vero con il mondo e le dinamiche degli artisti».

In conferenza stampa, oltre alla riflessione del porporato  pubblicata in questa pagina,  sono intervenuti Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia della Repubblica italiana; i curatori del Padiglione della Santa Sede, Chiara Parisi e Bruno Racine, che si distinguono tra i curatori più importanti nel panorama artistico internazionale; e il Chief governance officer di Intesa Sanpaolo Paolo Maria Vittorio Grandi. Ha moderato l’incontro Cristiane Murray, vicedirettore della Sala Stampa Vaticana.

Giovanni Russo ha raccontato della profonda emozione provata nel rispondere alla proposta di ospitare in carcere la mostra voluta dalla Santa Sede, ricordando che «trasformare l’attesa in speranza è lo scopo degli istituti penitenziari: l’attesa di tornare a vita diversa da quella che ha portato a subire una condanna». Si tratta del «compito difficile di produrre una revisione critica dell’agito che ha condotto alla condanna e alla reclusione». Sono tante le iniziative che avvicinano le persone detenute all’arte, ha detto Russo per poi sottolineare però che nessuna è comparabile con quella voluta dalla Santa Sede per il coinvolgimento relazionale, per lo spessore in termini artistici nonché mediatici. Inoltre, «la partecipazione delle detenute ha raggiunto livelli mai visti».

Gli artisti coinvolti sono otto: Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana e Claire Tabouret. Il punto è che le detenute, di età intorno ai 40 anni,  “ospitano” l’evento negli spazi comuni dell’Istituto penitenziario e contribuiscono alle creazioni artistiche. Il catalogo sarà curato da Irma Boom e pubblicato da Marsilio.

Chiara Parisi ha parlato di «serbatoi di doppia creatività», di «moltiplicata energia creativa degli artisti nutrita dalla forza delle detenute». Una forza che in alcuni casi ha significato condividere foto dell’infanzia o di figli, in altri casi è stata veicolata dai componimenti poetici scritti per gli artisti dalle detenute stesse. In sostanza si mette in contatto il vissuto con i valori universali di solidarietà, di coraggio, di pace veicolati attraverso la bellezza. Si declinano in modi molto diversi: dai workshop alla danza, dalle performance ai dipinti.

Dell’esperienza dei visitatori ha parlato Bruno Racine, mettendo in luce come nell’arte contemporanea si possa cercare e individuare «una dimensione spirituale al di là della materialità dell’opera». Si tratta — ha spiegato — di un’esperienza di visita in un luogo particolare per accedere al quale bisogna lasciare documenti e telefonino. «L’unicità della Santa Sede, Stato unico e senza scena artistica nazionale, ha spinto a sperimentare una nuova formula», ha confidato Racine aggiungendo che «la scelta della location è un manifesto, una dichiarazione di attenzione per percorsi particolari di vita mentre la scelta di coinvolgere artisti provenienti da diversi Paesi e senza distinzione di fede testimonia un messaggio universale di inclusione».

È stato ricordato che il carcere femminile Venezia Giudetta è un luogo storico dalla metà dell’Ottocento: è stato un convento al quale venivano affidate donne che la Repubblica di Venezia riteneva dovessero essere “convertite” a vita più degna. In seguito è stato trasformato in una casa di reclusione senza perdere il target femminile. Oggi si trova al centro di una iniziativa che non lo coinvolge solo come luogo di esposizione ma anche come microcosmo relazionale in cui il lavoro artistico si offre nella consapevolezza del contesto.

Parole di ringraziamento per l’invito a partecipare seppure a diverso titolo sono state espresse da Paolo Maria Vittorio Grandi, che ha ricordato che sono varie le iniziative di Intesa San Paolo in altri istituti penitenziari, come a Caserta, Bari, Foggia, con un’attenzione alle famiglie dei detenuti, in particolare ai figli. Grandi ha ricordato l’invito di Papa Francesco a creare modelli di sviluppo  in grado di generare soluzioni nuove per aiutare individui e comunità, e ha affermato che si deve parlare di piani di impresa e non di isolati gesti caritatevoli.

Emerge l’idea di andare oltre ogni desiderio di voyeurismo o di giudizio, assottigliando i confini tra osservatore e osservato, tra chi giudica e chi viene giudicato. E nella convinzione che l’arte sia in grado di esplorare il linguaggio delle emozioni in tutte le sue sfumature facendosi mezzo di comunicazione sociale, la soglia da attraversare è anche quella tra bellezza e speranza.

di Fausta Speranza

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-03/quo-059/quando-ti-abbiamo-visto.html