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Modelli di fraternità

19 Luglio 2023
Un corso sui manoscritti ebraici alla Biblioteca Apostolica Vaticana
Progetto in collaborazione con il Seminario Rabbinico Latinoamericano

«Modelli concreti di fraternità»: così monsignor Angelo Vincenzo Zani, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha definito l’iniziativa — presentata nella mattina del 19 luglio presso la Biblioteca Apostolica Vaticana — di un corso di studio sui manoscritti ebraici custoditi dalla Biblioteca stessa, in collaborazione con il Seminario Rabbinico Latinoamericano Marshall T. Meyer. Il Rabbino Ariel Stofenmacher, rettore del Seminario, che ha sede a Buenos Aires, ha parlato di «un onore straordinario» e ha sottolineato che si tratta di «un corso storico». All’inaugurazione hanno partecipato autorità religiose e vaticane e autorità dei governi di Israele e Argentina.

Si tratta di un programma di formazione specialistica che prevede una settimana intensiva di lezioni (in presenza e a distanza) che saranno seguite da studenti di varie università del mondo e di diverse religioni. A tenere i corsi sono stati chiamati docenti di spicco, fra cui i rabbini Adolfo Roitman, David Golinkin e Ariel Stofenmacher; Judith Olszowy-Schlanger, Craig Morrison, Leonardo Pessoa, Sarit Shalev-Eyni, Marco Morselli, Stephen Metzger e Delio Vania Proverbio.

Si comprende l’entusiasmo di tutti per questo impegno di studio, considerando il patrimonio culturale e religioso in questione. Stiamo parlando, infatti, di una delle collezioni più importanti al mondo, soprattutto per l’originalità delle copie e delle versioni testuali che hanno fatto luce sulla ricerca di opere fondamentali dell’ebraismo. Si tratta di centinaia di manoscritti tra cui si distinguono rotoli di Torah, testi biblici e di esegesi, letteratura rabbinica, filosofia ebraica, libri liturgici, poesia, scienza e testi cabalistici.

L’emozione che si è avvertita nella Sala Barberini della Biblioteca Vaticana, dove si è svolta la presentazione, ben si accompagna alla consapevolezza del salto temporale: la maggior parte dei manoscritti risalgono al periodo compreso tra il XII e il XV secolo, altri affondano le loro radici tra il IX e l’ XI secolo. Il pensiero va a circostanze e fatti storici come le Crociate, l’Inquisizione, l’espulsione degli ebrei dalla Spagna.

L’antefatto che ha reso possibile questa coinvolgente esperienza di collaborazione culturale ci riporta al dicembre 2022: in occasione di una prima visita, le autorità del Seminario hanno potuto analizzare per la prima volta i manoscritti ebraici. Da lì è nata la proposta di un programma di studio che coinvolgesse studenti e specialisti di tutto il mondo. Ha preso, dunque, il via il processo di analisi e di confronto tra équipe professionali che ha elaborato il progetto per la realizzazione del corso. In particolare, alla presentazione è stato sottolineato il ruolo avuto per quanto riguarda la Biblioteca Apostolica da Claudia Montuschi, Scriptor Latinus e direttrice del Dipartimento dei Manoscritti, e da Delio Vania Proverbio, Scriptor Orientalis e curatore delle collezioni africane e del Vicino e Medio Oriente.

La dimensione internazionale degli studiosi coinvolti certamente non sorprende pensando alla vocazione universale della Chiesa e della Biblioteca Apostolica Vaticana e considerando il Seminario Rabbinico Latinoamericano Marshall T. Meyer, che è la principale istituzione accademica ed educativa ebraica in «Iberoamerica». Trae origine dalla fondazione a Berlino nel 1819 del gruppo Organizzazione per la cultura e la scienza ebraica, composto da sette intellettuali tra cui Eduard Gans, Heinrich Heine e Leopold Zunz. Ma è quando, tra le due guerre mondiali, diversi studiosi e rabbini di formazione europea hanno raggiunto l’America Latina che, insieme con il Seminario Teologico Ebraico di New York, è maturata l’idea del Seminario di Buenos Aires, fondato nel 1962 sotto la guida del rabbino Marshall T. Meyer. Da sempre la sua missione — ci hanno spiegato — è quella di «contribuire a trasformare il mondo attraverso l’istruzione, la formazione di studiosi, leader laici e religiosi, educatori e la promozione dei diritti umani e del dialogo interreligioso».

Nelle parole del rabbino Stofenmacher, che lo guida attualmente, la storia del seminario si arricchisce oggi di un capitolo preziosissimo: l’iniziativa con la Biblioteca Apostolica rappresenta «un’occasione per dialogare, condividere sapere e studi, impegnarsi ricordando al mondo la profonda responsabilità nei confronti delle eredità culturali». Di responsabilità ha parlato anche monsignor Zani auspicando che «la famiglia umana contrasti e superi una certa forma di sentire dilagante che vuole l’uomo contro l’altro uomo». Il riferimento esplicito è alla Fratelli tutti di Papa Francesco che ha denunciato «la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unità» se si distrugge «lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana». È altrettanto chiaro il prezzo da pagare: «Il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia». L’impegno deve essere da parte di tutti e a tanti livelli, anche ad esempio in quella che monsignor Zani ha definito «la diplomazia della cultura».

di FAUSTA SPERANZA

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-07/quo-165/modelli-di-fraternita.html

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