Famiglia Cristiana
11 Novembre 2023
di Fausta Speranza
11 Novembre 2023
Francesco incontra rettori e operatori riuniti dal 9 novembre in Vaticano per il secondo Incontro internazionale: «Attenti nella scelta dei sacerdoti per le confessioni, vi sia un buon discernimento. Non frapponete ostacoli al perdono e alla grazia di Dio»
“Nei Santuari sovrabbondino la consolazione e la misericordia!”. Lo chiede Papa Francesco che, incontrando i partecipanti al II Incontro Internazionale di Rettori e operatori dei Santuari, spiega che “così giustamente li percepiscono i fedeli: come luoghi speciali in cui incontrare la grazia di Dio”.
L’udienza nell’Aula Paolo VI ha chiuso sabato mattina l’incontro che da giovedì ha riunito circa 600 operatori da 43 Paesi del mondo sul tema “Il Santuario: casa di preghiera in cammino verso il Giubileo 2025”. Dal Papa l’invito ad elevare da tutti i Santuari preghiere per la pace. “Non accada che quanti si presentano al confessionale attirati dalla misericordia del Padre trovino degli ostacoli a vivere una vera e piena riconciliazione”.
La raccomandazione del Papa è chiara, nella consapevolezza che “il santo popolo fedele di Dio accorre per pregare, per essere consolato e per guardare con maggior fiducia al futuro”. Il Papa, dunque, si sofferma su alcune parole chiave: preghiera, adorazione, consolazione, riconciliazione, speranza. A braccio ribadisce che “il Sacramento della Riconciliazione è perdonare, sempre, perdonare” e che “questo è lo stile di Dio: vicino, compassionevole e tenero. Così è il Signore”.
I Santuari sono chiamati ad essere “realmente luoghi privilegiati di preghiera” – in particolare nel 2024 in preparazione al Giubileo del 2025 – e a dedicare “particolare attenzione all’adorazione”, dice il Papa, ammettendo che “forse l’ambiente e l’atmosfera delle nostre chiese non sempre invitano a raccogliersi e ad adorare”.
L’obiettivo è “favorire nei pellegrini l’esperienza del silenzio contemplativo, adorante” che “non è allontanarsi dalla vita” ma piuttosto “fissare lo sguardo sull’essenziale della fede”. “Si va ai Santuari anche per essere consolati”, afferma il Papa che, sottolineando precisamente che “la misericordia di Dio chiede di essere espressa nei Santuari in modo sovrabbondante, per la loro stessa natura”, chiede che “nella scelta dei sacerdoti per le Confessioni, vi sia un buon discernimento.
La consolazione non è un’idea astratta, – precisa – e non è fatta prima di tutto di parole, ma di una vicinanza compassionevole e tenera, che comprende il dolore e la sofferenza”. Non sono astratti neanche “peso, pena, preoccupazione” che i pellegrini “portano nello spirito e nel corpo”.
Torna il concetto di concretezza quando il Papa sottolinea che si può essere segno efficace di consolazione nella misura in cui si è “sperimentato in prima persona l’essere consolato dalla sofferenza salvifica di Gesù”. Un’esperienza – afferma – che passa sempre attraverso la maternità di Maria, la “Consolata” per eccellenza. Dunque, emerge un richiamo importante alla devozione popolare e all’esperienza di entrare spiritualmente nei misteri del Rosario: “Un impegno dolce, che dà sapore di Vangelo alla vita quotidiana”. Altra parola chiave è la speranza. “
Si va al Santuario per guardare al futuro con maggior fiducia”, suggerisce Papa Francesco. “Il pellegrino ha bisogno di speranza e la cerca nel gesto stesso del pellegrinaggio – aggiunge perché sa che solo una fede semplice e umile può ottenere la grazia di cui ha bisogno”. Dunque, se nel Santuario è importante l’accoglienza “occorre prestare altrettanta cura pastorale al momento in cui i pellegrini lasciano il Santuario per ritornare alla loro vita ordinaria”.
“Che ricevano parole e segni di speranza – raccomanda – così che il pellegrinaggio compiuto raggiunga il suo pieno significato”.
Con lo sguardo al mondo, nella dimensione internazionale dei partecipanti, si rinnova l’appello accorato contro la guerra di Papa Francesco: “Da tutti i Santuari si implori l’intercessione della Madre di Dio perché, in questo tempo così tormentato, tanti nostri fratelli e sorelle che soffrono possano ritrovare la pace e la speranza”.
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