L’inclusione che passa per Scampia

Nella periferia di Napoli la terza edizione dell’appuntamento promosso dalla Cei, che da oggi a domenica prossima abbatte le barriere non solo fisiche contro la disabilità, individuando necessità e risorse dei territori. Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio per la pastorale delle persone con disabilità, racconta la prima scommessa vinta: portare 500 partecipanti in un quartiere ritenuto per tanto tempo difficile per tutti

Fausta Speranza – Napoli Scampia

Lo scivolo come mezzo e come simbolo: rampe che servono per persone con disabilità, scivoli che da sempre fanno divertire grandi e piccoli e che nel gioco creano partecipazioneStiamo parlando di alcuni degli “ingredienti” dell’evento “Noi, non loro”, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) presso il Polo a Scampia dell’Università Federico II per promuovere inclusione. Quest’anno, per la prima volta, dopo le due edizioni a Roma, ha portato i 500 partecipanti a Napoli. In particolare, dal pomeriggio di oggi, 19 aprile, alla mattina di domenica prossima, teatro degli incontri è il quartiere di Scampia.

Noto per lungo tempo come periferia difficile di Napoli, per l’evento il quartiere ha messo in campo energie straordinarie, come dice suor Veronica Donatello.

La scommessa vinta

Suor Veronica parla ai media vaticani mentre nell’Aula Magna del Polo universitario sta per iniziare l’incontro. Condivide con noi “la gioia per il fatto di vedere una sala strapiena, mentre sembrava impossibile portare qui tante persone con disabilità e poi parla di risposta straordinaria da parte del quartiere: a partire da nuove strutture per la mobilità, strumentazione per persone non udenti o non vedenti, nonché i “giochi inclusivi” inaugurati nella mattina di venerdì in alcune parrocchie di Scampia. Racconta di un territorio che si è mosso per abbattere le barriere: letteralmente per creare possibili vie di movimento e poi metaforicamente per andare oltre le barriere mentali, che possono tenere lontano dalle persone con difficoltà.

“Noi, non loro” è il titolo giusto per “costruire” fattivamente insieme l’inclusione. E la scelta di Scampia – sottolinea suor Veronica – racconta l’altra scelta fondamentale, “andare incontro ai territori”. Significa peraltro scoprire nuove energie e possibilità. La sfida – aggiunge – è creare una cultura nuova. Lo scivolo serve se provoca una riflessione e se mette insieme le persone.

“Il gioco – afferma ancora suor Donatello – è la metafora dell’amicizia: abbiamo scelto di donare questi giochi accessibili a persone di ogni età per rimarcare che il ‘noi’ è possibile e realizzabile, a partire dai territori”.

La collaborazione della Chiesa locale

“Dalle case famiglie, dove vivono le persone con disabilità senza genitori, a una parrocchia di Scampia dove il sacerdote è un tecnico Aba per l’autismo, abbiamo incontrato parrocchie accoglienti”, dice suor Veronica, ribadendo che “l’idea di spostarsi nei territori è quella di far vedere la bellezza, l’accessibilità dei luoghi ma soprattutto di promuovere e scoprire partecipazione”. È anche interessante come alcune diocesi si siano mosse, arrivando alla sinergia con progetti di vita insieme al Comune e alla Caritas, con l’8xmille.

Peraltro, per la prima volta l’evento avrà l’audiodescrizione anche per la parte liturgica per permettere alla rappresentanza di persone con disabilità visiva di poter seguire.

Oltre alla riflessione sul tema, si vuole valorizzare “la creatività che le Diocesi hanno messo in campo perché nessuno resti ai margini e sia escluso”, ribadisce suor Veronica.

Le stagioni della disabilità

Con i 500 ospiti si parla di tutte le età della vita, dall’età evolutiva a quella adulta, e tutte le relazioni guardano all’ambito teologico e pedagogico. “Abbiamo – continua la responsabile Cei – una visione della persona che tiene conto di entrambi gli ambiti: fede e vita. Durante il convegno saranno 60 le esperienze narrate, precedute dall’illustrazione di rapporti che fotografano le necessità e video che raccontano i progetti Cei.

Il programma

Tante autorità civili e ecclesiali previste. All’inaugurazione dei nuovi giochi a portata di persone disabili e nel pomeriggio del 19 sono intervenuti il rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il prefetto Michele Di Bari, in collegamento video l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi e la stessa suor Veronica Donatello. A seguire, una tavola rotonda con gli interventi di Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, su “Decreti attuativi e progetto di vita”, di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, e di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Federazione italiana per il superamento dell’handicap.

Tanti gli interventi da diversi punti di vista, come quello di don Mattia Magoni, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Bergamo, e quello di Roberto Franchini, presidente Endo-Fap Ente nazionale Don Orione e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Inoltre, all’età evolutiva è dedicato un dibattito, moderato da Riccardo Benotti, giornalista dell’agenzia Sir, con la partecipazione di Dario Ianes, docente alla Libera Università di Bolzano, di Ubaldo Montisci, docente all’Università Pontificia Salesiana, della professoressa Antonella Costantino di Comunicazione e Partecipazione, di Lorenzo Besana e Renata Zanella dell’associazione La Nostra Famiglia, di Christian D’Angiò del Servizio Disabilità della diocesi di Ravenna – Cervia, di Carlo Riva de L’Abilità Onlus e di Fabrizio Serra della Fondazione Paideia.

Domani, 20 aprile, i temi sul tavolo sono quelli dell’adolescenza, dei giovani adulti, degli anziani, fino a giungere alla plenaria, alle 18, con gli interventi di don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Cei, e di Maria Rosaria Duraccio, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della diocesi di Vallo della Lucania.
Il 21 aprile, alle 11 il Convegno si conclude con la Messa presieduta dall’arcivescovo Battaglia.

 

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