“L’amicizia che vince in guerra”: iniziativa in vista della Giornata della Memoria 2024

L’AMICIZIA CHE VINCE IN GUERRA

perché non sia solo memoria dei tragici fatti della Shoah ma anche delle mani tese

In vista della Giornata della Memoria 2024

storie vere di ieri e di oggi: se ne è parlato il 18 gennaio al dibattito organizzato alla Sala Baldini di Santa Maria in Portico in Campitelli

   

A tessere le fila di un pomeriggio denso di contributi costruttivi è stata la giornalista Cristiana Caricato, vaticanista di Tv2000, che ha sottolineato la responsabilità dei media nel contrastare fake news e narrative di odio dando spazio alla ricerca della verità e del bene condiviso.   

“La guerra è un crimine in sé, la pace è sempre possibile”: così Pasquale Ferrara, Direttore generale degli Affari politici e della Sicurezza del ministero degli Esteri, all’evento 

 

 

 

 

Antonello Blasi, docente di diritto alla Pontificia Università Lateranense, ha offerto spunti di riflessione sull’evoluzione del concetto di accordo e concordato dal punto di vista della Santa Sede 

nella foto con padre Davide Carbonaro

e padre Luigi Piccolo rettore generale dell’Ordine Madre di Dio

 

suor Grazia Loparco, autrice dei più completi studi sugli ebrei salvati a Roma tra il ’43 e il ’44 

E’  stato presentato il libro “Uccisero anche i bambini” (edizioni Ares)

di Manuela Tulli e Pawel Rytel Andrianik che racconta la toccante storia della famiglia Ulma, che in Polonia, durante l’occupazione tedesca, tentò di salvare famiglie ebree nascondendole in casa. Scoperti, vennero uccisi nel 1944 con i loro figli. I coniugi Ulma sono stati riconosciuti Giusti tra le nazioni in Israele e il 10 settembre 2023 sono stati proclamati beati insieme con i loro sette figli. Si scopre una famiglia gioiosa negli affetti che sceglie di rischiare la vita nell’impossibilità di accettare la logica della barbara persecuzione nazista.

E’ stato proiettato  “Quel sabato nero” 

docufilm di Fausta Speranza con la regia di Stefano Gabriele (produzione Framexs), che dagli appartamenti di Mussolini arriva alle stanze di Pio XII, passando proprio per la chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli. E’ la vicenda della famiglia ebrea Terracina nascosta il 16 ottobre 1943 dai coniugi Cencelli Luisa e Armando, stretto collaboratore del Papa.

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Di seguito pubblichiamo il contributo/riflessione che con particolare simpatia e cortesia il  professor Antonello Blasi ci ha consegnato alla fine dell’evento in cui ha parlato a braccio:

“L’evento per me ebbe inizio alle ore 11:06 del 31 dicembre 2023 mediante alcuni messaggi di whatsapp tra due neo-amici.

F. UN NEMICO PER AMICO era una bozza di titolo per l’evento odierno .

A. Il titolo è bello ma il contenuto? se parla di famiglie ebree salvate dai “vicini”, non è congruo perchè non c’è stata una guerra tra italiani ed ebrei peraltro anch’essi italiani almeno da 2100 anni, non stranieri, immigrati nè turisti. Ergo, non nemici. Andava bene se parliamo di italiani e americani o inglesi. Non conosco il contenuto globale quindi dal program che mi invierai posso dedurre la congruità o meno del titolo che mi hai “lanciato”.

F. Diciamo che con le leggi razziali gli ebrei erano nemici da annientare dei tedeschi e gli italiani erano loro alleati …tanto è vero che molti li hanno denunciati…

A. E’ una transitività che non condivido, premesso che il “molti” potrebbe essere “tanti” o “alcuni” dipende da quali parametri statistici si parte e da quale ottica politica si innesta nella statistica (come nei conteggi dei partecipanti ad un corteo, a una processione, o ad una piazza). Questo sillogismo (gli amici dei miei amici sono miei amici così i nemici dei miei amici sono miei nemici) non regge e, anzi, oggi rialimenta divisioni che non appoggio come sollecitazioni nè personali nè mediatiche, nè tantomeno strumentali o demagogiche da qualsiasi direzione provengano, dietro, davanti, sopra, sotto, di lato e dall’altro.

            Se poi l’alimentatore è una politica con la p minuscola che usa o cavalca il sempre ammirevole et esemplare attivismo degli italiani di origine o meglio di religione ebraica e non ebrei italiani (al pari degli attivisti radicali veramente impegnati, assidui, sempre sul pezzo) in questo periodo di guerre comunicate e pubblicizzate spesso per contrapposizioni partitiche interne (e di esempi al momento c’è di che donde) riprendo il pensiero del Prof. Cacciari portandolo sulla mia strada che oggi qualsiasi, proprio qualsiasi, notizia si frammenta e scorre via nei migliaia di rivoli della Rete, dematerializzata dal fattore tempo così rapido che un pandoro non arriva neppure alla befana o epifania e quel che ci arriverà sarà ormai solo l’ennesima indiretta, voluta o meno, pubblicità.

            L’altra conseguenza di questa transitività è la continua autodistruzione italiana e oggi anche europea (anche se io auspico l’utopistico Stati Uniti d’Europa o la giovane Europa di mazziniana memoria, con il rientro inglese ma abolendo la sterlina come è stata abolita la bimillenaria dracma greca, introducendo il sistema decimale e guidando come gli europei con lo stesso volante a sinistra e la corsia di destra), distruzione rectius declino eutanasia evidente della, stavolta si, vecchia Europa, a tutto vantaggio dei non più nuovi e giovani paesi emergenti !

            Spero che mi sia fatto comprendere: le nostre italiche divisioni dalle più piccole in scala a salire favoriscono gli attuali forti poteri terzi che hanno potenza economica e materie prime.

  1. Mi fai riflettere sulla transitività… Ovviamente è prezioso quello che dici… Provo a ragionare con te… forse possiamo salvare un’espressione spiegandola… intendo: non credi che a volte la percezione del nemico sia più importante delle dichiarazioni di guerra?
  2. L’espressione è la sintesi che colpisce come dardo di balestra e resta dentro. La spiegazione è lenta come una delibera di un parlamento democratico, o una relazione di una conferenza, utile al saggio ma inutile alla moltitudine che è stata trafitta dal dardo; come il titolo rispetto l’articolo, è lo stesso prodotto.

            E la percezione dell’espressione, spesso e purtroppo, è pregiudizio; dunque resto ai fatti e anche il solo “molti” o “tanti” o “alcuni” può tradire un pregiudizio anziché una raccolta di fonti e di dati che, se non è direttamente eseguita, lascia amplissimi margini di strumentalizzazione .

            Per esempio la mia percezione e non pregiudizio: è che Te sei una donna interessantissima. Parlo della ‘nostra’ Fausta Speranza con cui intavoliamo messaggi di tal fatta.

Ora permettetemi di entrare dalla questione pregiudiziale a quella di merito, con due episodi storici, reali, testimoni viventi e diretti.

            Il primo : Una signora di Monteverde che attraversava Roma in bicicletta per andare a cucire vestiti per bambini, di ritorno vide a viale del Re (viale trastevere oggi) camion di tedeschi fermi. Chiese e gli dissero che stavano prendendo le famiglie ebree. Corse a casa davanti all’ospedale San Camillo/Forlanini e avvisò le due famiglie ebree, i Di Porto al piano di sopra e i Montani all’ultimo piano.

            Queste riuscirono a fuggire verso via del Casaletto che allora era aperta campagna era il 1943. Gli uomini si nascosero per l’intero anno in quella zona, le donne tornavano la sera e Nonna Mafalda le riceveva di nascosto per mangiare e dormire finché la portiera, all’epoca sempre accorte, gli disse che qualcuno aveva notato e stava avvisando i tedeschi del rientro notturno delle donne mamme e figlie ebree nelle loro case. Così le stesse rassicurarono la signora Mafalda e restarono per alcuni mesi con gli uomini in campagna. Nel 1944 come entrarono gli americani tornarono nelle loro case e rimasero amiche per anni e anni con Mafalda e la piccola Gabriella che aveva 10 anni e che mi ha narrato la storia perchè da grande si frequentò con la figlia di una delle famiglie.

            Il secondo : nel cuore di Trastevere a via della Luce angolo Vicolo del buco il ragazzetto Ennio di 15 anni, in finestra vide arrivare un camion di tedeschi. Subito gli uomini e i giovani fuggirono sui tetti e scesero dal suo palazzo per darsi alla fuga, le donne pensavano che loro non fossero portate via ma non era così. Un ragazzo roscio scese tranquillo tra i tedeschi con in spalla la bicicletta e si allontanò indisturbato. Era ebreo ma nessun tedesco pensò lo fosse tanto era roscio ! Due ragazzini vennero presi da un tedesco ma mentre li trascinava uno dei due si calò i pantaloni e mostrò che non era circonciso; in quel momento il macellaio uscì dal negozio e il tedesco pensando fossero suoi figli gli diede un ceffone e li strattonò verso il macellaio che li prese e li nascose in bottega. E si salvarono.

            La prima testimonianza me l’ha riferita .. Gabriella mia suocera di 88, la seconda Ennio … mio suocero, di 92 anni ! Bisognerebbe intervistarli per non perdere queste e ulteriori testimonianze.

            Nel discorso del Papa Francesco dell’otto gennaio 2024 al Corpo diplomatico nelle pieghe delle parole dove guerra è quella che emerge a macchia di leopardo, ricaviamo tutto il filone del diritto (civile, internazionale e umanitario) che ha utilizzato. Invito a rileggere il discorso e troverete i diritti umani della persona, il principio della convivenza internazionale, il diritto alla legittima difesa, la tutela degli immigrati, il diritto di asilo, la detenzione arbitraria, il diritto alla vita umana, il principio della responsabilità democratica, la cartina tornasole di tutte le libertà, ovvero la libertà religiosa. E anche la persecuzione violenta e anche quella sottile, subdola, dei cristiani nel mondo attuale (ben maggiore di quella dei primi secoli, dati letti alla metà di gennaio del 2024 sul quotidiano Avvenire: ben 360 milioni di cristiani perseguitati attualmente e questo emerge sempre pochissimo nei media), il diritto/dovere all’educazione e all’istruzione, alla proprietà intellettuale diffusa e non appannaggio di oligarchie pseudodemocratiche ed infine anche il diritto a quella libertas ecclesiae che permette di portare avanti tutti questi valori formati da doveri/diritti nei vari ordinamenti locali, nazionali, statali,  sovranazionali e internazionali.

            Sono questi doveri/diritti che aiutano a crescere, maturare il senso di rispetto per la costruzione di una civiltà dell’amicizia e quindi dell’amore, quello con la A maiuscola conosciuto ancora da pochissimi per buona pace di Raoul Follereau.

            L’amicizia quella con la A maiuscola non fa differenze di età, sesso, religione. Vive si di sentimento ed emozioni ma si fonda sull’educazione ai valori, ai valori fondamentali irrinunciabili, imprescrittibili, inalienabili, quelli che nessuna democrazia (nè dittatura) può permettersi di cancellare dalla sua carta fondamentale, e tantomeno disattendere nei fatti.

            Non è la cittadinanza a formare l’amicizia (semmai ne è un effetto non causa) ma l’applicazione serrata e quotidiana dei valori fondamentali dei diritti fondamentali della persona umana, non del “solo” uomo ma anche della donna mediante il diritto all’educazione, alla sua educazione, che prende linfa anche dal diritto all’istruzione. Una istruzione fondata su questi valori applicandoli come integrazione per una reale inclusione e non come solo rispetto delle culture ma come conoscenza tra le persone e quindi tra le culture.

            La lingua è un primo passo, la comunicazione passa per la lingua. Istruzione verso l’educazione con l’intransigenza che i diritti fondamentali sono per tutti, almeno nei paesi dove sono recepiti e vissuti, bene o male che sia, ma se non si conoscono non possono essere compresi e se lo desidero, vissuti.

            Amicizia, questa si, evita le guerre perchè si è prima amici e poi tifosi, prima amici e poi appartenenti alle proprie credenze e culture di ogni tipo e natura, prima amici e poi ideologicamente posizionati: il parroco Don Camillo e il sindaco comunista ateo Peppone sono paradigmatici e rinvio alla loro umanità condivisa nei momenti fondamentali delle persone umane a loro affidate, come fedeli per l’uno e come cittadini per l’altro. L’amicizia di svolge anche nel scrivere libri e film dove vale anche la storia di amore di un ragazzo occidentale con una ragazza di altra tradizione culturale e non sempre il contrario come si vede oggi nei media. E sempre per amicizia che si rispetta più naturalmente il diritto alla libertà religiosa che include (vedi la dichiarazione ONU già dal 1948) il diritto di poter liberamente cambiare credo o non credo senza sanzioni civili penali amministrative che violino i diritti fondamentali della persona (vita, integrità fisica, di pensiero, di movimento, e di proprietà tra i primari).

            Anche la Chiesa si muove nel solco dell’amicizia: negli stessi accordi postconciliari va oltre il messaggio cristiano nei rapporti tra le nazioni per l’ordine internazionale. Leggete gli accordi-quadro con i paesi africani e ve ne renderete conto. Valori e diplomazia sono interconnessi, l’azione diplomatica deve basarsi sui valori condivisi per emarginare l’uso della forza, per aumentare i deterrenti “mediante comportamenti coerenti e concreti diventando costruttori di pace” (S.E. Parolin 12 gennaio all’Accademia dei Lincei).  La Pace è un traguardo è vero ma è prima ancora un metodo, non un meccanismo di ipocrisia ragionata e velata da falsi sorrisi e finte promesse. La bona fides del diritto romano è concreto impegno a mantenere i patti: pacta servanda sunt.  I Romani erano di parola. E la politica e la diplomazia di oggi ?

            La novità più recente della diplomazia vaticana per la pace è il dialogo anche con chi secondo il diritto non ha i titoli o la legittimazione al dialogo. E’ una azione coinvolgente non di scarto.  La legittimità ad esser parte nel dialogo è inclusione e non pregiudiziale esclusione. E’ realismo non pragmatismo per un maggio dialogo per il bene comune della famiglia umana (Sempre il Segretario di Stato la settimana scorsa).

            Concludo ? No nessun nemico per amico, amici da sempre e basta senza distinguo e divisioni se non quelle solite umane comuni e diffuse che poi finiscono pure con etichette ma è così ovunque e da sempre.  Anche se oggi si mettono mine antiuomo con leggi per ogni parola che viene tolta cambiata vietata sanzionata. Non si migliora con le mine: per costringere bisogna educare. E insieme non ognuno col suo gruppetto, spesso fondato su interessi-altro !

            Non valgono i discorsi che dividono le persone in livelli più alti o più bassi: il problema è chi sta in alto e in basso, se è o meno educato; questa coerenza di comportamento aiuta a migliorare tutti sia come esempio sia se si è “in alto” che “in basso”. In diritto si traduce nel principio di bona fides , fondata proprio sul preliminare essere amici, ovvero conoscersi e rispettarsi, quel che poi porta al naturale pacta servanda sunt.

            Si parla di civiltà dell’amore ma la fragilità delle istituzioni di tutto il mondo dimostra che non ci si crede. Se i valori fossero pietre il miglioramento della civiltà umana sarebbe sensibile ed evidente. Mi vengono in mente le tre pietre di ravasiana memoria: quelle del muro del pianto,  la pietra della resurrezione e quella nella moschea di Omar. Tre punti fermi per le tre religioni nate una dall’altra, sorelle e non nemiche.  Chi le arma una contro l’altra lo fa per altri interessi non certamente religiosi perchè l’unico Dio vuole bene ai fedeli di tutte e tre le sorelle.

            Ma le guerre e le paci non cesseranno mai. Ogni giorno gli uomini si sporcheranno di guerre e ripuliranno le loro coscienze con periodi di pace: è la parabola delle posate. Ogni giorno le usiamo e le sporchiamo inevitabilmente, poi però le laviamo e sono di nuovo pulite: nella nostra quotidianità sta a noi usarle tenendole più pulite possibile evitando che si lordino rendendole difficili da lavare. Ognuno di noi deve sperimentare quindi la tendenza alla pace evitando di  vivere nella violenza reciproca di ogni natura e specie, educarsi ai valori significa muoversi verso una sempre maggior coerenza verso la pace, anche se comunque in qualsiasi momento capiterà di sporcarsi di violenza, ma poi servirà di nuovo rialzarsi e pulirsi di nuovo, proprio come le posate, ogni giorno.

            Il mediterraneo è il mare tra le terre, dice Papa Francesco “Mare Nostrum, che non è quella di essere una tomba, ma un luogo di incontro e di arricchimento reciproco fra persone, popoli e culture. Ciò non toglie che la migrazione debba essere regolamentata per accogliere, promuovere, accompagnare e integrare i migranti, nel rispetto della cultura, della sensibilità e della sicurezza delle popolazioni che si fanno carico dell’accoglienza e dell’integrazione.”[1]

            Concludo con una poesia che oggi dicono di inclusione, per me è aria pura ben oltre i vocaboli di tendenza e le leggi umane e anche oltre le leggi fisiche, è emozione nell’aria e nel Tempo:

VENTO DEL TEMPO   

Tra le pieghe del vento

e nelle vele del tempo

girano foglie di ricordi

di cuori caldi,  senza veli sparsi

di prue curiose ad alberi spiegati

srotolando nostalgia

di rimorsi dovuti e rimpianti finiti.

Il tempo volge pagine del vento

o il contrario, anche, forse,

domani sconta imprevisto,

caso, destino, fato o dio.

Nessuna baia montana né baita marina,

rifugi di tempi materni

nessuna certezza nelle fedi né in opere

unica vera, presente, speranza

Che Vita s’aggrappa come vite al sostegno

al profumo di rose garanti.

Buona Salute e pura Vida a tutti Voi,

e con chi volete condividere questo messaggio in …

bottiglia.

Antonello Blasi

[1] Discorso del Santo Padre Francesco ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno Lunedì, 8 gennaio 2024.

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in rassegna stampa:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-01/quo-016/un-nemico-in-agenda.html

Ferrara (ambasciatore), “senza fiducia non si può assicurare la pace” https://www.agensir.it/?post_type=post-type-take&p=1279676

suor Loparco (Auxilium), “di fronte alla Shoah i cristiani hanno saputo prendere posizione” https://www.agensir.it/?post_type=post-type-take&p=1279680

https://www.cgfmanet.org/infosfera/diritti-umani/lamicizia-che-salva-giorno-della-memoria-2024/

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-01/quo-013/rotte-parallele-tra-alberi.html

https://www.romasette.it/nelloscurita-della-seconda-guerra-mondiale-storie-di-mani-tese/

Corriere della Sera, 18 gennaio 2024 CORRIERE_DELLA_SERA_ED_ROMA_18012024

Diretta Telepace mercoledi’ 17 per presentare l’evento: ospiti di Eugenio Bonanata:

https://www.romasette.it/giorno-dhttps://www.diocesidiroma.it/giorno-della-memoria-evento-a-santa-maria-in-portico/ella-memoria-il-18-gennaio-evento-a-santa-maria-in-portico/