Grecia sotto la lente

Alla Plenaria dell’Europarlamento

dalla nostra inviata a Strasburgo Fausta Speranza

“Una revisione nell’ambito di aggiustamento economico per la Grecia e’ possibile”. E’ quanto ci dichiara Il vicepresidente della Commissione per l’Euro e il Dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, dopo che l’Eurogruppo ha accolto positivamente il completamento del pacchetto di misure economiche varato da Atene. Il gruppo dei Paesi dell’euro tornerà a riunirsi il 24 maggio e potrebbe esserci in quella data il via libera alla prossima tranche di aiuti. Nel frattempo le misure di breve, medio e lungo periodo per il debito saranno discusse dai tecnici del gruppo.

Dombrovskis e il Commissario per gli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, relazionano e discutono della situazione di Atene con gli eurodeputati a Strasburgo, nell’ambito della Plenaria del Parlamento europeo.

L’attenzione e’ tornata su Atene dopo che il Parlamento greco ha approvato la contestata riforma fiscale e delle pensioni. Si tratta di misure che hanno riacceso le proteste di piazza ma che il primo ministro, Tsipras, difende definendole “necessarie per rispettare gli accordi con i creditori”. In effetti si tratta di provvedimenti essenziali per sbloccare la seconda tranche del terzo piano di aiuti internazionali per 86 miliardi di euro, previsto nel periodo 2015 – 2018.

Il punto è che la Grecia chiede anche una ristrutturazione del debito, consapevole che altrimenti non uscirà mai dalla crisi. La decisione finale spetta all’Eurogruppo ma va detto che saranno fondamentali le riunioni del Fondo monetario internazionale, Fmi, la prossima settimana, a Washington. A questo proposito, Moscovici ci assicura che la questione della riduzione del debito sarà all’ordine del giorno.

Dombrovskis si puo’ dire che “i dati recenti mostrano che l’economia greca è più forte di quanto si poteva prevedere nell’inverno scorso e che in particolare dall’estate tanti passi in avanti sono stati fatti”. Ma ci dice anche che “non c’è tempo per l’autocompiacimento” e parla di “negoziati che devono continuare intensi e continui”. Gli fa eco Moscovici, che sostiene che l’obiettivo di bilancio per la Grecia rimane un avanzo primario del 3,5 per cento nel 2018. La maggior parte dei risparmi dovrebbe venire da una riforma globale del sistema pensionistico, dalle riforme fiscali sul reddito personale e le misure contro l’evasione fiscale altri risparmi. E Moscovici ammette: “La richiesta di ulteriori sforzi in questa fase, avrebbe un effetto negativo”.

In particolare le norme appena varate dal Parlamento di Atene riguardano la stabilizzazione, e i conseguenti risparmi, il sistema pensionistico ed un aumento delle tasse per complessivi 3,6 miliardi di euro. Sono misure che si inseriscono in un pacchetto più ampio da 5,4 miliardi di euro concordato con l’Ue e il Fmi.

Guardando al Fmi e alle riunioni cosiddette di primavera della prossima settimana viene da pensare che al momento stanno a Washington gli ostacoli maggiori. Il Fmi chiede di mettere sul tavolo la ristrutturazione del debito greco ma ritiene per altro irrealistico il raggiungimento del target di avanzo primario del 3,5 per cento fissato dall’Ue per il 2018. Secondo il Fmi, si fermerebbe all’1,5 per cento. Quindi, non sembra dare credibilita’ alle ‘misure di contingenza’ e al meccanismo per farle scattare, proposto invece da Atene con il sostegno della Commissione, per rassicurare i Paesi piu’ scettici, guidati dalla Germania.

A sollevare la discussione c’e’ la lettera che, secondo quanto riportato dal Financial Times, la direttrice del Fmi, Christine Lagarde, ha scritto ai ministri dell’Eurozona. Emerge la volonta’ di “discutere contemporaneamente le misure di contingenza, la ristrutturazione del debito e il rifinanziamento”. Nella lettera, Lagarde spiega che per dare il suo sostegno “è essenziale che il finanziamento e la ristrutturazione da parte dei partner europei della Grecia siano basati su target fiscali che siano realistici perché sono sostenuti da misure credibili per raggiungerli”. Appunto il Fmi non crede al raggiungimento del 3,5 per cento, “non adeguato per l’economia del Paese”, né alle misure di contingenza. La Commissione Ue, invece, sostiene Atene. Gia’ più volte il Commissario agli affari economici, Moscovici, ha ribadito che l’obiettivo dell’avanzo strutturale e’ realistico e raggiungibile e che il meccanismo di contingenza, in linea con le esigenze costituzionali greche che non consentono di adottare misure in anticipo, e’ una rassicurazione sufficiente.

Di fronte a tutto cio’, Moscovici ricorda che il processo decisionale non è soggettivo, piuttosto i negoziati si basano sul protocollo d’intesa raggiunto ad agosto dello scorso anno, che “fa da tabella di marcia per tutte le parti coinvolte”. Moscovici ci tiene anche a sottolineare l’importanza del coinvolgimento del Parlamento europeo. A gennaio la Conferenza dei presidenti del Pe ha approvato una serie di misure per rafforzare il controllo su tutte queste questioni dando vita al Gruppo di lavoro sull’assistenza finanziaria, indicato con la sigla Fawg. Moscovici spiega che la Commissione parla anche in base agli elementi raccolti dagli esponenti del gruppo in missione la scorsa settimana ad Atene. Un occhio in più, nel lavoro della cosiddetta Trojka, formata sostanzialmente da Commissione Ue, Banca centrale europea, Fmi.

Osservatore Romano 11 maggio 2016