Il dolore del Papa per i preti pedofili

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“Il Papa soffre moltissimo per le vicende della pedofilia che hanno reso la Chiesa così poco credibile e hanno oscurato l’immagine del prete buon pastore”

Non fa giri di parole il vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Ludwig Muller, il prelato tedesco al quale Benedetto XVI è profondamente legato

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Il vescovo di Ratisbona parla del dolore del Papa per la vicenda pedofilia

«Il Papa soffre moltissimo per le vicende della pedofilia che hanno reso la Chiesa così poco credibile e hanno oscurato l’immagine del prete buon pastore» Non fa giri di parole il vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Ludwig Muller, il prelato tedesco al quale Benedetto XVI ha chiesto di curare personalmente la raccolta della sua Opera omnia da cardinale. Monsignor Muller ha presentato a Rimini proprio il primo volume di questa raccolta degli scritti precedenti la sua elezione al Pontificato. «Questo scandalo fa soffrire Benedetto XVI perché oscura l’immagine del prete buon pastore ed è emerso nell’Anno sacerdotale fortemente voluto dal Pontefice. Ma non bisogna perdere la fiducia nell’efficacia della presenza di Dio nella vita degli uomini».

A Rimini, nella giornata inaugurale del Meeting di Comunione e liberazione, monsignor Muller ha accettato di parlare con Il Riformista del momento che vive la Chiesa cattolica. Il vescovo di Ratisbona parla di «Circostanze» che rappresentano «un banco di prova per i sacerdoti e per il senso del sacerdozio». «Benedetto XVI è profondamente addolorato – ha sottolineato monsignor Muller – anche perché lo scandalo ultimo della pedofilia ha investito in pieno l’Anno sacerdotale da lui fortemente voluto ». Ma «la Chiesa non si fonda su un’ideologia, non è una costruzione di idee, piuttosto è la nave di Pietro su cui Cristo è sempre presente e fa sì che non affondi», nonostante le miserie degli uomini. Così monsignor Muller ha riassunto, accanto al profondo dolore, la certezza del Papa che «la Chiesa dopo le tempeste sarà più forte di prima». Il punto essenziale, per il prelato tedesco, è non perdere la fiducia «nell’efficacia della presenza di Dio»   che significa «non cancellare il mistero dall’esperienza umana».

Il discorso arriva al cuore degli scritti dello studioso Ratzinger. I volumi previsti sono 16. In questo primo libro troviamo proprio il discorso sull’uomo e il mistero di Dio perché è dedicato alla liturgia. Il teologo Ratzinger spiega che cancellare il mistero dall’esperienza umana è proprio quello che la modernità cerca di fare. La liturgia è terreno delle più conservatrici posizioni del cardinale, prima, e di Papa Benedetto XVI, poi. E questo proprio perché – spiega – la «creatività» nella liturgia porta a un «personalismo » e a una «banalizzazione» che negano l’apertura al campo visivo di Dio. Si sta parlando di alcune espressioni liturgiche degli anni del post Concilio che hanno aperto a elementi nuovi. Nelle parole del cardinale Ratzinger c’è la convinzione che nelle novità ci sia quella modernità che più che innalzare a Dio blocca l’uomo sul suo «virtuosismo». Da qui la nota difesa di tutti gli aspetti tradizionali della liturgia, compresa – come ha spiegato monsignor Muller – la posizione fisica delle Chiese, orientate o meno a Est, e la posizione del sacerdote rispetto all’assemblea, di spalle o di fronte. Una difesa della tradizione ribadita con fermezza dal vescovo di Ratisbona, prima di esprimere la convinzione che condivide con Benedetto XVI: «Oggi l’educazione liturgica di sacerdoti e laici è deficitaria». E qui bisogna riferire che alle parole di monsignor Muller è seguito uno degli applausi più vigorosi dell’assemblea che seguiva la presentazione nell’aula magna del Meeting. La sala non era piena come accade per altri incontri ma l’attenzione è stata altissima. Una partecipazione premiata anche dall’emergere di aspetti meno noti. È vero infatti che questo è il cuore della riflessione di Ratzinger in tema di liturgia, ma è vero anche che c’è tanto altro di cui si sa molto poco. Ad esempio, questa affermazione che, senza saperne la provenienza, potrebbe essere attribuita a un sacerdote con tendenze new age: «L’unione sessuale è uno dei momenti attraverso i quali l’eternità getta uno sguardo sull’uomo». Sembra evidente che se si fa un discorso ampio e serio sulla liturgia non si resta tra i temi che interessano dalle nuvole in su, come a volte si pensa. L’uomo corporeo e storico – spiega nei suoi scritti lo stesso studioso Ratzinger – può incontrare Dio solo in modo umano.

All’incontro del Meeting ciellino era presente don Giuseppe Costa, il sacerdote salesiano direttore della Libreria Editrice Vaticana, che pubblica l’Opera Omnia di Joseph Ratzinger e che sistematicamente pubblica gli scritti di Papa Benedetto XVI. Don Costa ha annunciato da Rimini che sarà presto completo il secondo volume di Benedetto XVI su Gesù di Nazareth, affermando di essere già stato «contattato da tutti gli editori del mondo». La riedizione di scritti del passato, dunque, corre in parallelo rispetto alla scrittura nuova del Papa studioso, che insegna che «la ragione potenziata dalla fede si interessa di tutto».

«Il Riformista» del 24 agosto 2010