Riportare il sapere alle necessità umane

di FAUSTA SPERANZA

Formarsi insieme per evangelizzare: è l’obiettivo delle comunità accademiche delle 22 università e istituzioni pontificie presenti a Roma — circa 16.000 studenti provenienti da 120 Paesi dei cinque continenti — ed è lo spirito con cui si apprestano a vivere la gioia di una prima udienza tutti insieme dal Papa, sabato 25 febbraio. Ad accompagnarli ci sarà il prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione il cardinale José Tolentino de Mendonça. Per l’occasione è stato redatto per la prima volta un unico rapporto che fotografa nei dati le 22 realtà: è stato voluto dalla Conferenza dei Rettori delle Università e Istituzioni Pontificie Romane (Cruipro) ed è stato presentato il 23 febbraio nella Sala Marconi del Dicastero per la comunicazione.

Il presidente della Cruipro, reverendo Luis Navarro (Pontificia Università della Santa Croce) ha tracciato l’orizzonte della sfida intrapresa: una collaborazione sempre nuova tra le varie comunità accademiche, perché sia «unità nella diversità, in un mondo che fa sempre più emergere la necessità di una ricerca condivisa e convergente tra specialisti di diverse discipline». Il presidente della conferenza dei rettori ha ricordato il compito indicato dal Papa nella Veritatis Gaudium di «elaborare strumenti intellettuali in grado di proporsi come paradigmi di azione e di pensiero, utili all’annuncio in un mondo contrassegnato dal pluralismo etico-religioso». In questo contesto, il Rapporto è stato realizzato con il contributo dei referenti per la comunicazione delle distinte università e istituzioni e nasce — ha sottolineato il rettore Navarro — anche come ulteriore occasione per valorizzare il potenziale che la rete tra le diverse comunità accademiche rappresenta per l’evangelizzazione della cultura.

È stata la preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, suor Piera Silvia Ruffinatto, vicepresidente Cruipro, a parlare delle iniziative concrete messe in atto di recente in termini, per esempio di mobilità accademica tra atenei, che significa riconoscimento di crediti o eventuali passaggi senza costosi oneri. Il reverendo Alfonso V. Amarante (Pontificio Istituto Alfonsianum) segretario generale della Cruipro, ha suggerito quale mondo rappresentino insieme le comunità accademiche precisando che si tratta di sette università, due atenei, nove istituti, e che contano l’8 per cento di tutti gli universitari a Roma. A questo proposito il reverendo Navarro ha fatto riferimento al quadro giuridico-normativo che serve per capire la differenza, ad esempio, tra il compito di occuparsi di scienze sacre proprio delle università ecclesiastiche o l’impostazione cattolica di alcune facoltà. Ad assicurare le lezioni sono 2056 tra docenti e ricercatori e nell’anno accademico 2021-2022 sono stati 3086 i gradi accademici conseguiti. Se poi si guarda a istituti affiliati nelle attività a Roma, si ritrovano 221 atenei o facoltà: in un collegamento culturale che spazia da Gerusalemme alla Repubblica Dominicana, dall’India all’Oregon, dalla Romania al Brasile. E c’è da dire che il rapporto tra gli studenti e i professori è di 6 a 1, rispetto alla media di 16 a 1 che si registra negli altri atenei della capitale, statali o non statali. La ricchezza di una cooperazione tra le comunità si comprende anche ricordando che fanno riferimento a ben quindici istituzioni della Chiesa affidatarie, dalla Prelatura della Santa Croce e Opus Dei all’Ordine dei Carmelitani Scalzi, dalla Congregazione del Santissimo Redentore alla Società dei Missionari d’Africa, etc. Una ricchezza che — ha ricordato il professor Amarante — deve essere sempre pensata anche in termini di relazione «interna» alle varie realtà legate alla missione della Chiesa ma anche «esterna», proiettata alla creazione di quelli che il reverendo ha definito «essenziali campi di dialogo» con mondi accademici statali.

A far emergere proprio il punto di vista degli iscritti è stata Rafaella Figueredo, rappresentante degli studenti Cruipro, che ha sottolineato l’entusiasmo dei giovani chiamati a curare l’animazione nell’Aula Paolo VI , con il supporto armonico tra l’altro degli studenti del Pontificio Istituto di Musica Sacra, prima del saluto del Papa.

Alla base di tutto c’è «il rilancio degli studi ecclesiastici nel contesto della nuova tappa della missione della Chiesa», come si legge nel proemio della Costituzione Apostolica Veritatis Gaudium promulgata da Papa Francesco l’8 dicembre 2017 e resa pubblica il 29 gennaio 2018.

L’edificio del sapere è da sempre la grande scommessa dell’umanità, tra accumulo diacronico di conoscenze e frantumo di certezze consolidate. Se un tempo si ragionava sull’insondabile oceano di Newton o sulle illusioni della linearità positivista, oggi si deve dibattere sulla scienza dei dati e la cosiddetta intelligenza artificiale. La sfida etica è sostanzialmente la stessa: reagire alla tendenza a far regredire la scelta dell’uomo al livello dell’uso delle conoscenze, che oggi significa tecnologie. Ma — come ha sottolineato suor Piera — bisogna essere in grado di conoscere e attraversare le sfide della digitalizzazione anche grazie alla conoscenza di discipline sempre nuove.

È il motivo per cui, nonostante le diversità di carismi e di talenti, nonostante i cambiamenti e le variazioni di programmi e di approcci legati ai tempi, un presupposto lega indissolubilmente tutti i «laboratori del sapere» pontifici: non attribuire al sapere un carattere disincarnato, ma riportarlo alle necessità umane. Per chi è impegnato in un’università pontificia — è quanto chiaramente emerso — all’inizio della ricerca c’è l’uomo e all’orizzonte delle finalità c’è il desiderio di capire il mondo per trasformarlo, per renderlo un posto migliore da abitare.

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