Biden in Medio Oriente

Quasi 50 anni dopo la sua prima visita da senatore neo eletto nel 1973, Joe Biden è tornato in Israele per la prima volta da presidente degli Stati Uniti. Diversi i temi in agenda nei colloqui con il primo ministro Lapid e il presidente Herzog, prima dell’incontro venerdì a Betlemme con il leader palestinese Mahmūd Abbās e poi la tappa in Arabia Saudita

Fausta Speranza – Città del Vaticano

All’aeroporto di Tel Aviv, Ben Gurion, dove è giunto ieri, il presidente americano Joe Biden ha esordito affermando che i rapporti tra Israele e Usa sono “più profondi e forti che mai”. “Indissolubili” è stato l’aggettivo scelto dal premier Yair Lapid, che poi ha affermato che al centro dell’agenda c’è “la necessità di rinnovare una forte coalizione globale che fermi il programma nucleare dell’Iran”. Come ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, l’amministrazione Biden continua ad essere convinta che gli sforzi diplomatici siano il modo migliore per convincere Teheran a rispettare le regole, allo stesso tempo Washington non esiterà a continuare ad usare lo strumento delle sanzioni economiche per fare pressioni sull’Iran. Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti sarebbero disposti a misure più drastiche nei confronti dell’Iran al fine di prevenire il possibile utilizzo militare del nucleare, ma si tratterebbe “dell’ultima risorsa”.

Per la questione israelo-palestinese la soluzione a due Stati

Lo stesso Sullivan ha riferito ai giornalisti che, a proposito della questione israelo palestinese, il presidente Biden, si è detto “rincuorato” dalla recente telefonata tra il premier israeliano Yair Lapid e il presidente palestinese Mahmūd Abbās (Abu Mazen). “E’ stato un passo positivo dopo che per anni non ci sono stati contatti tra un premier israeliano e Abu Mazen”, ha sottolineato. Biden ha assicurato che gli Stati Uniti continuano ad essere impegnati per la sicurezza di Israele e per una sua maggiore integrazione nella regione, evocando in particolare un “partenariato sui sistemi di difesa più sofisticati del mondo”. Ma ha ribadito anche la convinzione che la soluzione a due Stati resta “la via migliore per garantire un futuro di libertà, prosperità e democrazia per israeliani e palestinesi”.

La visita allo Yad Vashem

La prima giornata del presidente statunitense in Medio Oriente si è conclusa allo Yad Vashem, il Museo della Shoah a Gerusalemme. Dopo aver ravvivato la fiamma perenne in memoria dei sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti e deposto una corona di fiori, Biden, accompagnato dal segretario di Stato Antony Blinken, si è intrattenuto a lungo con due sopravvissute alla Shoah, Rena Quint e Giselle Cycowicz. “Non dimenticare mai”, ha scritto il presidente nel suo messaggio al memoriale sottolineando che “l’odio non è sconfitto, ma si nasconde”.

Le tappe del viaggio in Medio Oriente

Oggi  i colloqui con Lapid e con il presidente israeliano Isaac Herzog. Poi venerdì Biden sarà a Betlemme per l’incontro con Mahmūd Abbās, per poi dirigersi in Arabia Saudita.

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