Francia, Macron vince il primo turno delle presidenziali

Il ballottaggio è in programma il 24 aprile. L’attuale titolare dell’Eliseo è risultato in testa con il 28,4 per cento delle preferenze. Marine Le Pen segue con il 23,4. Più distaccati gli altri candidati. Un voto che mette in luce una larga fetta di cittadini concentrati sulle questioni interne, preoccupati per l’economia, scollati dai politici, come spiega da Parigi la sociologa Michela Marzano

Fausta Speranza – Città del Vaticano

“Nulla è deciso, quello che succederà nei prossimi quindici giorni sarà decisivo per la Francia e per l’Europa”. Queste le parole del presidente uscente francese, Emmanuel Macron, a conclusione del primo turno delle elezioni presidenziali che si è svolto ieri 10 aprile. Il 44enne Macron ha raccolto il 28,4 per cento delle preferenze e dunque il 4 per cento in più rispetto al 2017. Marine Le Pen ha raggiunto il 23,4.

Il ballottaggio il 24 aprile

In attesa del ballottaggio del prossimo 24 aprile, sembra profilarsi – come era stato previsto dai sondaggi – uno scenario elettorale analogo a quello delle presidenziali del 2017, con il vis-a-vis tra Macron e Le Pen. L’attuale titolare dell’Eliseo vinse poi al secondo turno con il 66 per cento delle preferenze. La novità di ieri è che il vantaggio di Macron su Le Pen risulta superiore a quello che ottenne cinque anni fa, quando i due erano separati da soli 2,7 punti percentuali. Per capire le dinamiche più in discussione nella società francese e analizzare il forte astensionismo, abbiamo intervistato Michela Marzano, filosofa, accademica e saggista a Parigi:

Gli altri candidati

Marzano ricorda che sono risultati più staccati, nello spoglio, gli altri candidati, da Jean-Luc Melenchon con il 22,2 per cento fino a Eric Zemmour al 7,2 per cento. E sottolinea che, mentre Zemmour ha chiesto ai suoi elettori di far convergere i suoi voti su Le Pen al secondo turno, Melenchon non si è pronunciato. Da parte sua – ricorda – Macron ha assicurato ai suoi elettori: “Potete contare su di me”, lanciando un appello ai connazionali di ogni colore politico affinché sbarrino la strada all’estrema destra.

Forte astensionismo

Tutto può tornare in discussione tra due settimane – chiarisce Marzano – per un voto condizionato da pandemia e guerra in Ucraina e caratterizzato dall’incertezza degli elettori. Almeno uno su due ha più volte cambiato opinione. Soprattutto, a pesare è l’astensionismo che ieri ha raggiunto il livello più alto dal 2002. Secondo i risultati ufficiali comunicati dal ministero dell’Interno di Parigi, sono 35.418.947 gli elettori che hanno votato per uno dei dodici candidati in corsa, pari al 74,86 per cento degli aventi diritto. Si tratta di un dato decisamente inferiore rispetto al 2017, quando ha votato il 77,8 per cento degli elettori, e al 2012, quando alle urne si è recato il 79,5 per cento degli aventi diritto. In ogni caso, si è registrato in questi anni – chiarisce Marzano – un progressivo, significativo scollamento dei cittadini dagli esponenti politici. Prima – ricorda – si è consumata la fine dei partiti tradizionali: già nel 2017, quando il neonato partito di Macron aveva sbaragliato alle urne nel voto che ha segnato la debacle dei socialisti e dei repubblicani. Il punto è – avverte la studiosa – che, al di là del risultato che vede in testa Macron, è evidente un calo dei consensi tra la popolazione anche nei confronti del presidente uscente e – aggiunge – si avvertono sentimenti forti di scontentezza e di delusione per una politica che non riesce a intercettare e soddisfare i bisogni di certezze economiche e sociali dei francesi.

L’effetto guerra

A proposito dell’impatto che può avere avuto sull’opinione pubblica l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina, Marzano sottolinea che forse non ha determinato grandissima differenza, ma certamente può aver pesato in termini di più voti per Macron, visto come il leader sta gestendo la situazione e che non ha avuto particolari personali legami con Putin. Può aver perso alcuni voti forse Le Pen perché indubbiamente era pubblica la sua vicinanza e stima nei confronti del presidente russo. Marzano ricorda che – è un fatto reso pubblico – il partito di Le Pen ha dovuto far ripubblicare locandine e manifesti della campagna elettorale perché in quelli della prima ora c’è il riferimento con foto proprio del leader del Cremlino.

Disordini a Rennes e Lione

Intanto nella serata di ieri si sono registrati disordini nel centro di Rennes e a Lione, dove circa 500 persone – principalmente giovani – si sono radunate all’annuncio del risultato e hanno marciato provocando danni nelle strade. L’arredo urbano è stato distrutto e le finestre delle filiali bancarie sono state danneggiate. In una piazza del centro cittadino di Rennes è divampato un incendio che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco.

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-04/francia-primo-turno-elezioni-presidenziali.html