Il Messico al voto dopo una sanguinosa campagna elettorale

Un Paese strategico nelle Americhe come il Messico va alle urne per le elezioni parlamentari e municipali ma, piuttosto che parlare di strategie politiche, i media internazionali devono raccontare di decine di candidati uccisi in pochi mesi. I vescovi lanciano un appello a votare con discernimento e considerando il bene comune, mentre la pandemia contribuisce ad accentuare le disuguaglianze e l’incertezza, come spiega lo storico Paolo Valvo

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Almeno 35 candidati uccisi in poche settimane, di cui tre a distanza di dieci giorni a maggio. Sono dati che segnano le elezioni parlamentari di oggi in Messico, fotografando una delle campagne elettorale più sanguinose degli ultimi decenni nel Paese latinoamericano che si trova a nord dell’Equatore. Altri 782 politici o attivisti hanno subìto aggressioni di vario genere negli ultimi mesi. Da settembre 2020 si contano almeno 90 politici  freddati a colpi d’arma da fuoco, in vari casi subito dopo un comizio.  Il dramma del narcotraffico, della criminalità organizzata, degli attacchi a quanti, nella società civile o in ruoli pubblici, cercano di opporsi alla corruzione resta sotto gli occhi di tutti, mentre ad aumentare sono anche le disuguaglianze, come sottolinea lo storico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Paolo Valvo:

Lo storico Valvo sottolinea che il livello di violenza in Messico resta un dramma indicibile, anche se ricorda che, se si parla di numeri e percentuali, bisogna ribadire che per queste elezioni si è raggiunto un livello mai raggiunto prima, ma che, in generale, negli ultimi tre anni in assoluto nel Paese  si è registrata una flessione degli omicidi. In ogni caso, lo storico ricorda che si tratta di livelli inaccettabili comunque. Poi rileva che, purtroppo, a livello di stabilità sociale, non ha certamente aiutato la pandemia, che ha colpito alcuni settori del mondo del lavoro che, in Messico, prevede salari molto bassi per la manodopera, già precari. Le fasce più deboli del Paese rischiano di ritrovarsi terribilmente impoverite, così come anche i piccoli imprenditori di aziende che – siega Valvo – nella maggior parte dei casi occupano i componenti in grado di lavorare di una famiglia.

Il voto

Valvo ricorda che oggi, circa 93 milioni e mezzo di messicani sono chiamati alle urne per eleggere 500 deputati federali, 15 dei 32 governatori statali, 30 congressi locali e 1.900 consigli comunali. Sul piano delle strategie politiche, alla coalizione imperniata su Morena, il partito  guidato dal presidente Andrés López Obrador, si oppone l’inedita alleanza tra i maggiori partiti storici messicani, un tempo grandi rivali:  Partido Revolucionario Institucional (Pri), Partido Acción Nacional (Pan) e Partido de la Revolución Democrática (Prd). Lo storico Valvo cita i sondaggi preelettorali per spiegare che  sembra sicuro che la coalizione di governo mantenga la maggioranza al Congresso, ma che potrebbe perdere la maggioranza qualificata che ha avuto fino ad oggi.

L’economia cresce ma non per tutti

Valvo spiega che l’economia cresce di 3,5 punti percentuali, ma che non sembra ne abbiano alcun beneficio le fasce basse della popolazione che, al contrario, sono state colpite dalle conseguenze negative della crisi sociosanitaria della pandemia, dalle conseguenze dei lockdown. Crescono dunque le profonde disparità che già caratterizzano il Paese. In ballo ci sono progetti infrastrutturali che potrebbero assicurare lavoro per molte persone. Alcuni sono stati sospesi per rivendicazioni ambientali, in alcuni casi sono stati annullati i progetti, in altri si attende una decisione delle autorità competenti. Il punto è – sottolinea lo storico Valvo – che ora i rallentamenti e le complicazioni dovute alla pandemia contribuiscono ad aumentare l’incertezza per questi progetti che lasciano in sospeso tante persone.

L’appello dei vescovi al discernimento

Valvo ricorda che l’Arcidiocesi del Messico, nell’editoriale domenicale del settimanale “Desde la Fe”, ha invitato i cattolici chiamati a votare “al discernimento, a separare i bisogni reali dalle facili offerte, i diritti umani dalle ideologie, e a cercare l’opzione migliore, al di là dell’offerta di mercato e degli attacchi tra candidati”, esortando i candidati stessi “a mettere al primo posto il bene comune e i problemi cruciali, prima di obiettivi personali”.

Nel testo dell’Arcidiocesi viene spiegato che “il lavoro del sacerdote, nelle questioni pubbliche, consiste nell’aiutare a illuminare la coscienza dei fedeli affinché il discernimento possa aiutare a costruire il bene comune”, ma che “spetta ai fedeli laici partecipare attivamente alla costruzione di qualsiasi opzione politica che cerchi di dare governi e risultati migliori al Paese”. L’Arcidiocesi del Messico ha ricordato che “quando le chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando alcuni principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o di interferenza, poiché tali interventi hanno il solo scopo di illuminare le coscienze, permettendo loro di agire liberamente e responsabilmente secondo le vere esigenze della giustizia, anche se ciò può entrare in conflitto con situazioni di potere o interessi personali.” Il cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Città del Messico e primate del Paese, ha guidato una preghiera alla Vergine di Guadalupe e ha chiesto a tutti di “vivere, il 6 giugno, una giornata esemplare dal punto di vista civico, una giornata che esprima il desiderio di tutti di costruire una società fraterna e solidale”.

da Vatican NEWS  del 6 giugno 2021