Nizza, il Papa prega per le vittime: torniamo a guardarci come fratelli

Informato del crudele agguato terroristico avvenuto nella basilica Notre-Dame della città francese, che ha portato alla morte di tre persone, Francesco – riferisce la Sala Stampa vaticana – è vicino alle famiglie degli uccisi e al Paese: “La violenza cessi” e “l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene”. Anche i vescovi francesi esprimono il proprio dolore, alle 15 campane a morto in tutta la Francia

Fausta Speranza – Città del Vaticano

“È un momento di dolore, in un tempo di confusione. Il terrorismo e la violenza non possono mai essere accettati”. La Sala Stampa della Santa Sede, per bocca del suo direttore Matteo Bruni, reagisce così alla notizia giunta da Nizza, dove una sanguinosa aggressione ad opera di un killer  “ha seminato morte in un luogo di amore e di consolazione, come la casa del Signore”. Il Papa – ha proseguito Bruni -“è vicino alla comunità cattolica in lutto. Prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l’amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene”.

La cronaca

L’attacco con un coltello è avvenuto questa mattina, intorno alle 9, nella basilica Notre-Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. L’aggressore, che ha urlato “Allah Akbar”, ha decapitato una donna e ha sgozzato un uomo – il sacrestano –  che sono morti sul colpo all’interno della chiesa e ha colpito alla gola un’altra donna che è scappata rifugiandosi in un bar, dove però è deceduta dopo poco. Ha fatto in tempo a dire:  “Dite ai miei figli che li amo”.  Gli agenti hanno fatto irruzione sparando. L’attentatore è stato arrestato dopo essere rimasto ferito. Il sindaco di Nizza, Cristian Estrosi, che ha  immediatamente parlato di attacco terroristico, ha disposto che tutte le chiese fossero messe sotto sorveglianza o chiuse, così come tutti gli altri luoghi di culto della città.  Lo stesso sindaco ha poi riferito che “mentre stavano medicando l’attentatore questi continuava a gridare “Allah è grande”.

Il presidente Emmanuel Macron si è diretto sul posto. Il primo ministro Jean Castex ha lasciato precipitosamente l’Assemblea nazionale, dove avrebbe  dovuto presentare le nuove misure introdotte per fare fronte all’epidemia di coronavirus, per partecipare alla riunione di crisi organizzata al ministero degli Interni dal ministro Gerald Darmarin. Riattivato lo stato di emergenza attentati in Francia “al massimo livello”.

La preghiera e la vicinanza dei vescovi di Francia

“È con la più grande tristezza che ho  appreso del dramma che colpisce la comunità cristiana e ancora una volta la città di Nizza”.  Sono parole del presidente della Conferenza episcopale  francese, l’arcivescovo Éric de Moulins-Beaufort di Reims. L’arcivescovo ricorda che è accaduto a pochi giorni dal feroce omicidio del professor Samuel Paty ed esprime sgomento che “non può che essere forte dopo questa nuova dolorosissima tragedia. “La mia tristezza è infinita  – dice – di fronte a ciò che di disumano possono fare altri esseri umani”.  Sottolinea che tutte le chiese di Nizza sono poste sotto la protezione della polizia. Assicura: “Tutte le mie preghiere vanno alle vittime, ai loro cari, alle forze dell’ordine in prima linea in questa tragedia, ai sacerdoti e ai fedeli feriti nella loro fede e speranza”. Poi aggiunge: “Che lo spirito di perdono di Cristo prevalga di fronte a questi atti barbari”.

Inoltre, nel comunicato dei vescovi francesi pubblicato sul sito della diocesi si legge:  “Queste persone sono state aggredite e uccise perche’ si trovavano nella basilica: rappresentavano un simbolo da distruggere. Questi omicidi ci ricordano il martirio di padre Jacques Hamel. Attraverso questi atti orribili, è il nostro intero Paese ad essere colpito. Questo terrorismo mira a instillare un clima di ansia nella nostra società”. Dunque, l’appello: “E’ urgente che questo cancro venga fermato così come è urgente ritrovare la fraternità, indispensabile per tenerci tutti in piedi di fronte a queste minacce. Nonostante il dolore che ci attanaglia, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura e, con l’intera nazione, vogliono affrontare questa minaccia infida e cieca”. I vescovi invitano dove possibile a suonare le campane a morto in tutte le chiese di Francia oggi alle 15.

Due settimane fa l’uccisione di Samuel Paty

L’attacco arriva mentre la Francia è ancora sotto choc per la decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante ucciso il 16 ottobre  per aver parlato agli studenti delle vignette di Charlie Hebdo che ritraggono il Profeta Maometto. Inoltre la tensione è aumentata nelle scorse ore dopo la pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di nuove vignette contro il presidente turco Erdogan e dopo le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron.

La strage del 2016

Torna alla mente la strage avvenuta a Nizza alle 22.30 del 14 luglio 2016, costata la vita a 84 persone. Allora  un uomo, alla guida di un autocarro, investì volontariamente la folla che assisteva ai festeggiamenti pubblici in occasione della festa nazionale francese nei pressi della Promenade des Anglais. La corsa del veicolo proseguì per 1.847 metri, durante la quale il conducente sparando all’impazzata, forzò la zona pedonale e provocando il numero massimo di vittime. E in quell’estate inoltre  due militanti del sedicente Stato islamico assassinarono in una chiesa della Normandia padre Jacques Hamel.

Dai vertici dell’Unione europea arrivano parole di condanna e di vicinanza alla Francia. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice: “Restiamo uniti e determinati di fronte alla barbarie e al fanatismo”. Il presidente dell’europarlamento, David Sassoli, sottolinea: “Questo dolore è sentito da tutti noi in Europa: abbiamo il dovere di stare insieme contro la violenza e contro coloro che cercano di incitare e diffondere l’odio”.

Per riflettere sulle modalità, sul contesto territoriale e quello geopolitico, abbiamo intervistato Marco Lombardi, docente di politiche della sicurezza dell’Università Cattolica di Milano:

Lombardi sottolinea che siamo di fronte all’ennesimo attentato che ci riporta alla scia già vista. In particolare la modalità operativa con il coltello è una dinamica facile da replicare che fa pensare che non ci debba essere una organizzazione vera e propria dietro ma che basti una cellula a livello familiare o di relazioni pseudo amicali per far maturare la decisione e la messa in atto. Lo studioso poi si sofferma sul contesto in cui avviene: la Francia, già colpita e l’ultima volta solo due settimane fa, ma soprattutto la Francia che si ritrova al centro di dinamiche geopolitiche difficili con altri attori internazionali e in cui dunque un atto terroristico va letto pensando a quanti – tanti, sottolinea Lombardi – possano avere interesse a strumentalizzare le forze terroristiche stesse. E – spiega – anche se la pandemia ha distratto l’opinione pubblica dall’allarme terrorismo, in realtà il silenzio mediatico non ha significato alcun fermo di tali attività. Lombardi poi ricorda non solo l’uccisione dell’insegnante francese ma anche i tragici fatti sulla Promenade des Anglais di 4 anni fa. E, a proposito del contesto territoriale di Nizza e della Francia del sud, spiega che ci sono delle caratteristiche che tornano: il disagio di alcuni strati della popolazione, le diseguaglianze, sacche di mancata integrazione. Avviene in tutto il territorio francese ma in particolare nel sud. Lo studioso di dinamiche di sicurezza però avverte: capire l’humus in cui maturano non solo gli atti di sangue ma anche la pianificazione degli episodi terroristici non deve significare fermarsi a questo livello di analisi e pensare che tutto ciò giustifichi, motivi l’odio e il terrorismo. Il punto è che se le realtà difficili esistono, come in ogni società, c’è però qualcuno che ad arte fa leva su tutto ciò e fa opera di vera e propria strumentalizzazione.

da Vatican NEWS del 29 ottobre 2020