Contro le armi nucleari servono Trattati e una nuova mentalità

Andare oltre il principio di deterrenza: è quello che cerca di fare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, che dopo la ratifica in questi giorni entrerà in vigore a gennaio, mentre si parla anche di moratoria, come ricorda lo studioso Antonello Biagini. Molti i passi concreti che si possono fare, ma serve una visione complessiva, come spiega Matteo Luigi Napolitano

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Vittoria di principio all’Onu sull’atomica. Dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea generale Onu, il 7 luglio 2017, il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari ha raggiunto, in questi giorni, le 51 ratifiche necessarie per entrare formalmente in vigore. Sarà vincolante dunque a partire dal 22 gennaio 2021. E’ una tappa da salutare con soddisfazione ma il cammino è lungo, come spiega lo storico e accademico Antonello Biagini, esperto di questioni internazionali:

Il professor Biagini spiega che l’obiettivo finale è quello di allontanare dall’umanità il pericolo di altre esplosioni nucleari ma che le strade e raggiungere questo obiettivo risentono molto degli equilibri mondiali. Ad esempio, il principio di deterrenza che gli Stati Uniti continuano a sostenere, criticando il Trattato sulla messa al bando, era stato concepito nel mondo a blocchi tra due grandi potenze, ma ormai appartiene al passato. Si basa infatti sulla minaccia reciproca di distruzione totale, ma oggi gli interlocutori sono potenzialmente tanti. Il professor Biagini ricorda quanto sia cambiato l’assetto internazionale e quanti siano i Paesi che emergono a partire dalla Cina, oltre Usa e Russia. Lo studioso sottolinea anche che una maggioranza così stretta al 51 per cento non può certo assicurare la messa al bando, ma ribadisce che trattandosi di un cammino, è positivo che anche se lentamente si vada ingrandendo la schiera dei Paesi che prendono posizione in modo ufficiale. Secondo Biagini, in parallelo bisognerebbe recuperare l’impegno ad assicurare una moratoria. Il primo punto a favore è che sarebbe molto più difficile rifiutare la sottoscrizione di un impegno del genere da parte dei vari Paesi, a partire dagli Stati Uniti.

La messa al bando delle armi nucleari è l’obiettivo finale auspicabile per l’umanità. Si tratta di un cammino in cui i Trattati – quello appena approvato della messa al bando o quello della non proliferazione (Tnp) – rappresentano delle tappe ideali, così come anche il principio di deterrenza. Ci sono altre iniziative che possono concorrere a fare passi avanti su questi temi, come spiega Matteo Luigi Napolitano, docente di relazioni internazionali all’Università del Molise, ricordando la posizione della Chiesa:

Napolitano spiega che il principio di deterrenza include il cosiddetto equilibrio del terrore, o equilibrio di potenza, o meglio – afferma – in tempo di nucleare, è opportuno parlare di principio di equilibrio tra “impotenze”. E, secondo lo storico, è importante ricordare che non esiste il diritto alla detenzione di armi nucleari. Il Papa – sottolinea – lo ha ricordato parlando ad un Simposio dedicato al disarmo dalle armi nucleari. Francesco ha condannato la minaccia dell’uso e anche il possesso di armi nucleari. Poi lo studioso ricorda che ci sono altre questioni sulle quali la comunità internazionale è chiamata a fare passi in avanti, come ad esempio la proposta di istituire una zona “nuclear free” in Medio Oriente, una task force per mettere in pratica il bando ai test nucleari, etc.

Lo storico ricorda il ruolo positivo che può avere una moratoria, come periodo utile per arrivare a pronunciamenti condivisi o anche per assicurare uno stop a spese, come quelle per gli armamenti, che potrebbero essere risparmiate per spendere invece per altre urgenze sociali.

L’analisi di Napolitano poi prosegue per spiegare che serve anche un approccio mentale nuovo a tante questioni, una mentalità che ci porti a concepire la tecnologia in termini di opportunità ma anche di limiti: la tecnologia – dice lo storico – deve essere anche una sorta di barriera che ci avvisa che al di là c’è l’abisso, come ad esempio in tema di nucleare. E Napolitano ricorda che l’Enciclica del Papa Laudato è illuminante proprio per allargare il pensiero e comprendere come le tante sfide attuali rientrino nella sfida più grande di ripensare la relazione dell’uomo con il suo ambiente.

da Vatican NEWS del 26 ottobre 2020