L’urgenza di nuovi modelli economici di fronte alla pandemia

La gravità e l’urgenza delle conseguenze del Covid 19 per la salute pubblica e per l’economia richiedono misure immediate e specifiche. Ma soprattutto la crisi che stiamo vivendo a livello planetario esige un significativo ripensamento dei modelli economici e delle priorità in tema di flussi finanziari. Con noi l’esperto di relazioni internazionali Matteo Luigi Napolitano

Fausta Speranza – Città del Vaticano

A causa del coronavirus sono in difficoltà i sistemi sanitari dei Paesi ricchi con conseguenze economiche che già si palesano serie e certamente non possiamo pensare che ce la facciano da soli i Paesi poveri. L’emergenza economica non può essere risolta fino a quando non sarà stata risolta l’emergenza sanitaria e questa non finirà solo battendo la malattia in un Paese, ma garantendo il recupero dal contagio di Covid 19 in tutti i Paesi.

Appello ai leader mondiali

In una lettera ai leader del G20, alcuni politici e intellettuali – tra questi l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, gli ex presidenti della Commissione europea José Manuel Barroso e Romano Prodi,  ex capi di governo o ex presidenti di Paesi europei e dell’America Latina – chiedono che venga messa in moto un’azione coordinata immediata a livello. Chiedono aiuti di emergenza per iniziative sanitarie globali che siano gestite dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e misure di emergenza per ripristinare l’economia in tutto il mondo. In sostanza ricordano che è necessario che i leader mondiali si impegnino a finanziare importi ben superiori all’attuale capacità delle istituzioni internazionali.

L’importanza di strategie nuove

Si parla tanto di sussidi alle imprese in difficolta’, di aiuti ai poveri, ma non puo’ essere solo questione di sovvenzioni emergenziali. Bisogna ripensare alcune priorità. L’urgenza di dare una risposta nell’immediato deve essere accompagnata da un ripensamento dei modelli economici così come li abbiamo elaborati finora. Ad esempio, bisogna capire che ci vogliono più soldi alla ricerca e meno alle armi o che i Paesi poveri si possono davvero aiutare cancellando il loro debito che non saranno mai in grado di estinguere. Inoltre, il rispetto per l’ambiente non dovrebbe essere piu’ un valore teorico ma un paradigma di sopravvivenza. Di tutte queste sfide da raccogliere abbiamo parlato con Matteo Luigi Napolitano, docente di diplomazia e relazioni internazionali all’Università degli studi del Molise:

da Vatican NEWS dell’8 aprile 2020