Centro Studi Americani

Nella splendida cornice di Palazzo Caetani, dibattito a partire da Messico in bilico

“Si discute molto del Muro tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump contro i migranti, ma non si parla dei ‘muri’ che dovrebbero essere eretti contro i traffici di armi e droga che continuano indisturbati tra nord e sud d’America, peraltro arrivando a coinvolgere sempre di più l’Europa e in particolare l’Italia”. E’ una delle sollecitazioni lanciate da Fausta Speranza lunedì 30 settembre alla presentazione del suo volume Messico in bilico Viaggio da vertigine nel Paese dei paradossi ospitata in una delle bellissime sale del Centro Studi Americani a Roma. L’incontro è stato arricchito dalla partecipazione del direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, e dello storico Paolo Valvo, ma anche dalle domande dei tanti partecipanti ai quali va un sentito ringraziamento.

       Il volume (agosto 2018, Prefazione di Lucio Caracciolo e Introduzione di Paolo Magri) edito da INFINITO EDIZIONI, con il patrocinio di Amnesty International) ha ricevuto il Premio Giustolisi al Giornalismo di inchiesta 2018.

       All’incontro nella splendida cornice di Palazzo Caetani si è parlato della situazione del Messico e della sua importanza geopolitica per le Americhe,  ma anche delle tante testimonianze contenute nel volume. Messico in bilico, infatti, ricostruisce la geopolitica dei traffici offrendo i dati storici ed economici del paese, riportando le storie vive di persone incontrate, assicurando il supporto e il piacere del ricco spessore letterario e artistico della cultura messicana. Emergono straordinarietà e contraddizioni di un paese che affonda nella storia e abbraccia la modernità.

       Dal testo emergono in prima fila nella lotta alla violenza, giornalisti, sacerdoti, donne: non mancano nel volume protagonisti di speranza. E non mancano analisi dello scenario sociopolitico che si presenta alla presidenza di Andrés Manuel López Obrador, di cui si traccia il profilo.

       Nel più meridionale Paese dell’America del Nord, dove scioccanti record di violenza convivono con l’irresistibile mix di natura, storia, cultura, arte, spiritualità, possedere un’arma è un diritto costituzionale, ma il volume racconta come sia diventato diritto di uccidere.

     Dal Messico passano droga ed esseri umani in disperata fuga dal Centro America. E dagli Stati Uniti arrivano soldi e armi: per numerosi Stati non c’è un limite di transazioni. Quelle illegali in Messico vengono reperite con la formula dello straw purchase, l’acquisto di un bene o servizio per qualcuno e successivo trasferimento alla persona richiedente. Da anni – e viene ricostruito nel libro –  la pressione dei migranti verso il Nord America comincia più a sud del Messico: da Guatemala, Honduras, San Salvador, che conoscono livelli di violenza ben peggiori ed estrema povertà. Circa 440 mila persone in media ogni anno. Di recente la novità è stata la mobilitazione di massa.

       Le sostanze stupefacenti rimbalzano dall’America Centrale in America del Nord, in Africa, in Europa e ormai anche in Cina, dove si “arricchiscono” di materie chimiche che a buon mercato aiutano a seminare morte. Un esempio dei tentacoli che arrivano in Europa ci porta in Italia e alle connessioni con le mafie locali.