Speciale Europa

Ogni sabato un inserto speciale

di Fausta Speranza

Spalancare il cielo sull’Europa, ritrovare i tesori del passato, affacciarsi da protagonisti sul futuro. È questo l’obiettivo della rubrica che si inaugura da oggi con l’inserto speciale «Europa Ieri Oggi Domani» per segnare il percorso di avvicinamento alle elezioni europee di maggio. Con l’inizio del mese di marzo, ha preso il via ufficialmente la campagna elettorale in vista del voto che in alcuni paesi dell’Ue si terrà il 23, in altri il 24 o il 26 maggio. Oltre alla consueta cronaca delle dinamiche politiche messe in atto a vari livelli — tra sfida della Brexit, questione migrazioni, crisi economica, nuovi equilibri internazionali politici e commerciali — con l’inserto speciale, che uscirà ogni sabato, riproporremo alcuni dei principali contributi di intellettuali, statisti che stanno alla base del progetto comunitario europeo.

Nella convinzione che l’Europa recupera sana vitalità se ritrova il respiro della dimensione di pensiero e di spirito che era di quanti hanno saputo sognare e progettare un’integrazione di popoli e, dopo la tragedia dei due conflitti mondiali, sono stati capaci di rilanciare sugli individualismi, sulla banalità della litigiosità, sul clamore e il baratro dei proclami vuoti.

Chiuderemo con ampi brani dei discorsi dei tre leader politici riconosciuti come i “Padri fondatori”: De Gasperi, Schumann e Adenauer. Ma ci saranno anche le riflessioni di Altiero Spinelli, di Luigi Sturzo, di Luigi Einaudi, in quanto teorici e ispiratori; di Jean Monet e di Paul Henry Spaak per il loro contributo alla causa europeista.

Iniziamo con l’acume lungimirante di Salvador De Madariaga, che sarà seguito dalla poetica visione di Thomas Eliot, perché non si può prescindere dalla comprensione dell’ethos europeo.

L’obiettivo è ambizioso ed è possibile grazie al preziosissimo contributo di tre studiosi: Dario Antiseri, Enzo Di Nuoscio, Flavio Felice. Con loro, esponenti del pensiero filosofico contemporaneo, riflettiamo su alcune preoccupanti tentazioni che intravediamo nell’attuale discorso politico e mediatico: la semplificazione, la banalizzazione, l’estremizzazione.

Solo al di là di tutto questo, può esserci la via per seguire l’indicazione che Papa Francesco ha dato in particolare in occasione della visita alle istituzioni del Vecchio continente — Parlamento Europeo e Consiglio d’Europa — a Strasburgo il 25 novembre 2014. Quel giorno il Papa ha chiarito che l’Europa se riscopre la sua anima buona può essere «prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità». Un’Europa che Papa Francesco ha fotografato «nonna e meno vitale» ma anche potenzialmente «più ampia e influente del passato». Alla comunità dei popoli europei Francesco ha raccomandato di «riscoprire la dignità dell’uomo persona, e non solo cittadino o soggetto economico», in relazione a tutte le più scottanti tematiche che il Papa, circa quattro anni fa, ha sottolineato con precisione e che restano i punti nodali di quello che dovrebbe essere il dibattito intorno alle elezioni europee di maggio: lavoro, migrazioni, persecuzioni religiose, ma anche i rischi concreti per la democrazia.

Spalancare il cielo sull’Europa, dunque, dovrebbe significare recuperare slancio etico e spirituale per proposte politiche che abbiano come orizzonte il bene comune. Nell’eredità dei pensatori che proponiamo ci sono insegnamenti in quella direzione. Li rileggiamo con la consapevolezza che solo chi è capace di vedere e conservare i semi di bene, nel passato e nel presente, può essere capace di speranza per il futuro.

L’Osservatore Romano, 10/11 Maggio 2019