Premio Sacharov 2016 alle yazide Nadia e Lamya

Vivevano a Kocho, un villaggio vicino alla città di Sinjar, nel Nord dell’Iraq, a poca distanza dal confine siriano, quando il 3 agosto del 2014 miliziani dell’Is hanno portato l’orrore: hanno ucciso gli uomini, hanno catturato i bambini e le donne, che hanno passato in rassegna, per poi uccidere quelle che non avrebbero reso soldi al mercato delle schiave del sesso. Le più giovani sono state messe a disposizione dei miliziani a Mosul. E’ la storia di Nadia Murad Basse Lamya Haji Bashar,  le due ragazze che sono state per mesi nelle mani di uomini del sedicente Stato islamico in Iraq e che hanno ricevuto il Premio Sacharov per la difesa dei diritti umani del Parlamento Europeo, il 13 dicembre 2016. Oggi hanno rispettivamente 23 e 18 anni. Appartengono alla comunità degli yazidi, una minoranza religiosa, di etnia curda, con 4 mila anni di storia. Fausta Speranza  ha incontrato Nadia e Lamya e ha parlato con loro dell’orrore dell’Is, del ruolo della comunità nella lotta contro la barbarie e dei rischi di ogni forma di razzismo. Oltre al’articolo pubblicato su L’Osservatore Romano, in data 20 dicembre 2016, e ai servizi andati in onda nei radiogiornali della Radio Vaticana, Fausta Speranza ha parlato della loro vicenda e della loro particolarissima testimonianza ospite in diretta dello spazio approfondimenti di Rv gestito dal collega Stefano Leszczynski:
20 Dicembre 2016, ore 16:10-16:30: