Otto secoli di presenza francescana in Terra santa

In autunno una mostra ad Acri

della nostra inviata Fausta Speranza

Una mostra nella città di Acri e l’arrivo di frati da tutto il mondo. Così prenderanno il via le celebrazioni per gli ottocento anni di presenza francescana in Terra santa, nel 2017. A ospitare i momenti iniziali sarà la città dell’Alta Galilea, da sempre porto strategico di una terra che è essa stessa crocevia fra tre continenti, Europa, Asia, Africa. Ad Acri arrivò Francesco d’Assisi nel suo viaggio da pellegrino di pace e quando nei luoghi santi imperversava la guerra. Luoghi santi ma, non solo allora ma troppo spesso, teatro di conflitti e contese.

Al momento non c’è ancora un titolo per l’esposizione o un programma preciso di eventi, ma padre Quirico Colella, francescano di 68 anni che ne ha trascorsi 51 in Israele e Palestina, ne parla con «L’Osservatore Romano». Incontriamo padre Colella proprio ad Acri, unica città al mondo del periodo crociato che si è conservata fino a noi. E’ patrimonio mondiale dell’Unesco il porto, appartenuto ai Templari, il bazaar e tante case e mura dei quartieri di genovesi, pisani, veneziani, che nel XII secolo hanno lasciato rispettivamente le varie repubbliche marinane per arrivare in questa città, dove nel 1104 inizia il periodo crociato, fino alla conquista islamica nel 1291. Nel 1187, quando Gerusalemme cade nelle mani dell’esercito arabo di Saladino, ad Acri vengono a stare il re e il Patriarca di Gerusalemme. Ma la storia della città è già documentata intorno al 1500 a.C., in epoca faraonica, con il nome di Akko. Poi, sotto la dinastia ellenistica dei Tolomei la città sul mare prenderà il nome di Tolemaide. Per i cristiani, è San Giovanni di Acri, in ricordo di Giovanni Battista. I cavalieri di San Giovanni, insieme con Templari, Teutonici e i cavalieri di san Lazzaro, sono stati protagonisti della storia. E Acri conserva strutture ospedaliere e strategici tunnel da loro costruiti.

Padre Colella spera di aprire quello che definisce «il giubileo della presenza francescana in Terra Santa» nel mese di ottobre o di novembre di quest’anno, per proseguire sino alla fine del 2017. «Acri è la porta francescana in Terra Santa» ci dice padre Colella, che ricorda la lunga dominazione islamica dal vii secolo al mandato britannico dopo il secondo conflitto mondiale, ma ricorda anche che i frati non hanno mai lasciato la custodia dei luoghi santi.

Oggi ai francescani è affidata la cura di 74 santuari in Terra Santa, dove si contano 250 frati. Ma bisogna ricordare che la Custodia spazia da Israele alla Palestina, dalla Siria alla Giordania, dal Libano a Cipro e Rodi, e comprende anche alcuni conventi in Italia, negli Stati Uniti e in Argentina.

“Acri è la porta francescana in Terra Santa”, ci dice padre Colella, che ricorda la lunga dominazione islamica dal VII secolo al mandato britannico dopo il secondo conflitto mondiale, ma, con un sorriso, ci ricorda anche che i frati non hanno mai lasciato davvero la custodia dei luoghi santi.

Di Custodia a tutti gli effetti giuridici si tratta. Ma bisogna ricordare le tappe. Nel prossimo anno, precisamente, saranno otto secoli da quando, nel 1217, l’Ordine di Francesco di Assisi, riconosciuto ufficialmente nel 1210, dava vita alle sue province. Nasceva la Provincia Oltremarina, con sede ad Acri. Nasceva con l’obiettivo di portare pace e parola di Cristo. Lo stesso obiettivo che guidò San Francesco, pellegrino durante la V crociata. Da uomo di pace arrivò nel 1219 ad Acri. E riuscì nell’intento di incontrare, in Egitto, il Sultano, al Malik al Kamel. Aveva il permesso del legato pontificio che recitava “a suo rischio e pericolo”. Dal Sultano sappiamo che Francesco ricevette il lasciapassare per visitare i luoghi santi di Gesù, senza incappare così nella scomunica per chi vi faceva visita pagando le richieste tasse agli islamici.

Tra alterne vicende storiche, è nel 1342, con la Bolla pontificia di Papa Clemente VI, che si sancisce la Costituzione giuridica della Custodia di Terra Santa. Poi, ci saranno diversi pronunciamenti di Papi che ribadiranno il ruolo speciale dei religiosi che, nelle cronache e nei documenti antichi, sono citati come “i frati della corda”.

Tanti gli episodi chiave di questi ottocento anni, che hanno visto i francescani farsi martiri ma anche farsi protagonisti degli acquisti determinanti dei siti cari al Cristianesimo. Siti comprati dagli esponenti dell’impero ottomano spesso dopo estenuanti trattative. Ricordiamo solo che nel 1291, quando Acri, dopo una strenua resistenza, cadde sotto il dominio islamico, i frati furono costretti a ripiegare a Cipro. Eppure mantennero il loro legame inviando ogni anno due confratelli. In questo caso, fu Papa Giovanni XXII ad autorizzarli, nonostante fossero banditi dalla Terra Santa.

Oggi ai francescani è affidata la cura di 74 Santuari in Terra Santa, dove si contano 250 frati. Ma bisogna ricordare che la Custodia spazia da Israele alla Palestina, dalla Siria alla Giordania, dal Libano a Cipro e Rodi, e comprende anche alcuni conventi in Italia, negli Stati Uniti e in Argentina. Anche questo ci aiuta a dire che il “giubileo della presenza francescana in Terra Santa”, che si festeggerà il prossimo anno, è giubileo della Chiesa tutta.

Osservatore Romano, 19 Giugno 2016