La visita di Papa Francesco alle istituzioni europee a Strasburgo

Papa Francesco è in volo verso Strasburgo per la visita alle istituzioni europee. Un solo precedente di un Papa: 26 anni fa, l’11 ottobre 1988, le istituzioni accoglievano Giovanni Paolo II.
Come ormai è abituale, ieri pomeriggio Papa Francesco verso le 17.30 si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore per sostare in preghiera davanti all’immagine della Vergine “Salus Populi Romani”, e domandare la sua intercessione in favore del buon esito del viaggio apostolico a Strasburgo presso le istituzioni europee. Il Papa si è trattenuto in preghiera silenziosa dinanzi alla Vergine per circa mezz’ora e ha offerto un omaggio floreale con i colori europei, di rose gialle e azzurre. Il servizio di Fausta Speranza:

La visita di Giovanni Paolo II fu un preludio all’”annus mirabilis” dell’Europa: il 1989. E’ quanto sottolinea il presidente del Parlamento Europeo, Schultz, in un’intervista all’Osservatore Romano, affermando che Giovanni Paolo II e tutta la Chiesa ebbero un ruolo fondamentale nel processo che mise fine al giogo sovietico. Un ruolo – spiega – nel sostenere la domanda di libertà, emancipazione e indipendenza di milioni di cittadini dell’Europa centro-orientale. 26 anni dopo, l’Europa, nelle parole di Schultz, prova un senso di smarrimento. Ed è proprio in piena crisi, economica e non solo, che arriverà domani Papa Francesco. Parlerà prima al Parlamento dell’Unione Europea, istituzione politico-economica a 27 Paesi. E all’europarlamento ci saranno anche i vertici della Commissione e del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Poi, si recherà al Consiglio d’Europa, organismo paneuropeo a 47 Paesi, nato per tutelare i diritti umani.

Questo quinto viaggio internazionale di Papa Francesco a Strasburgo, considerata capitale europea, perché sede di importanti istituzioni insieme con Bruxelles, non ha momenti a carattere religioso o incontri a carattere ecclesiale. E’ proprio la visita di Papa Francesco al cuore della politica europea. Una politica che nelle intenzioni dei Padri fondatori si basava su valori fondamentali, come quello della solidarietà. Come ricorda, alla vigilia del viaggio del Papa, il cardinale segretario di Stato, Parolin, in un’intervista al Ctv. L’Europa molte volte è percepita dalla gente come una realtà molto lontana, dice, una realtà burocratica, che non ispira più speranza. Ma il progetto europeo – raccomanda il cardinale Parolin – se vissuto secondo lo spirito e i valori dei padri fondatori, che gli hanno dato vita, può essere ancora in grado, oggi, di rispondere alle serie sfide dell’Europa attuale e di dare risposte concrete alla gente.

Dopo aver ascoltato nei giorni scorsi la voce del presidente del parlamento europeo, Schultz, Fausta Speranza ha intervistato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland:

R. – There are very high…

Le aspettative per questa visita sono molto alte. Sono passati 25 anni da quando Giovanni Paolo II è stato qui. Papa Francesco si rivolge all’Europa, all’organizzazione paneuropea, con i suoi 47 Stati membri, con valori basati sui diritti umani. E’ di grande importanza che il Papa presti la sua attenzione a questo impegno. La sua visita è di grande ispirazione per tutti noi.

D. – Tante le sfide per l’Europa, questioni interne o pressioni dall’esterno: quali le priorità, segretario generale?

R. – First of all, I think it’s very important…

Prima di tutto, penso sia molto importante che il Papa venga qui per ricordarci che l’Europa deve basarsi sui valori. Ci sono molti problemi, ma se non cerchiamo di risolverli sulla base dei valori comuni – i diritti umani e lo stato di diritto – non potremo risolverli. Penso che il messaggio papale sia quello di guardare ai bisogni degli individui, in particolare quelli dei poveri, di coloro che non hanno voce. E questo è estremamente importante nell’attuale situazione economica, perché il nocciolo del problema sta in effetti nel fatto che così tante persone, in particolare i giovani, non abbiano un lavoro, non abbiano un futuro. Quindi, focalizzandoci di nuovo su questo con le indicazioni del Papa, possiamo capire come occuparci della crisi economica. Solo includendo di nuovo tutte le persone più escluse nella politica economica della società, si può trovare il modo per uscire dalla crisi. Il centro del problema, infatti, è che così tante persone non stiano lavorando. E tra l’altro questo non aiuta neanche la ripresa. Concentrandoci, dunque, di nuovo sui bisogni di ciascun individuo si avrà una via d’uscita alla crisi. E’ di grande ispirazione per noi. Abbiamo a che fare con i diritti sociali e i diritti umani. Questi dipendono l’uno dall’altro. E un Papa che dice: “Guardate che ora dobbiamo osservare i bisogni di ciascun individuo e mettere tutto questo di nuovo in cima all’agenda”, ci è di grande ispirazione.

D. – In questa fase in cui l’Europa fronteggia la grave crisi economica come vengono coinvolti i diritti umani che sono al centro dell’impegno del Consiglio d’Europa?

R. – Of course, everybody can see that there are social unrest everywhere, extremism is growing…

Ovviamente, tutti possono vedere che i problemi sociali stanno crescendo ovunque, perché tutti devono occuparsi di una diversità crescente, in termini di religione e cultura. L’immigrazione infatti continua, dandoci tante cose buone, ma anche una sfida che è visibile in tanti posti in Europa. Quindi, penso sia estremamente importante adesso che non si dimentichino i valori basilari in questo continente, tra cui la solidarietà. Solo così potremo gestire le molte sfide.

Dal Parlamento Europeo, a esprimere gratitudine per l’arrivo di Papa Francesco e grande attenzione al messaggio che vorrà lasciare sono i due vicepresidenti, Gianni Pittella e Antonio Tajani, rispettivamente del gruppo Socialisti e del gruppo Popolari:

On. Pittella:

R. – Papa Francesco non è soltanto un grandissimo Papa, un’autorità religiosa. Papa Francesco è anche un’autorità morale, un’autorità che qui potrà ricondurci sulla strada virtuosa dell’Europa che ha un’anima, dell’Europa che non si rassegna allo strapotere dei banchieri, dei burocrati, delle lobby finanziarie. Papa Francesco ci darà parole fortissime per ricongiungere l’Europa al suo spirito originario, alla sua missione civilizzatrice: l’Europa nasce per portare pace e per creare civiltà. Ma nel corso del suo divenire è diventata altro. Noi dobbiamo invece tornare alle origini per essere meritevoli della fiducia dei cittadini.

D. – Quindi, una grande attesa per la visita del Papa?

R. – Non solo una grandissima attesa, ma una grandissima emozione, perché Papa Francesco credo sia oggi nel mondo la persona sulla quale riposa la maggiore fiducia, la maggiore speranza… Quindi, portare questo patrimonio di fiducia e di speranza qui, nell’emiciclo di Strasburgo, è una cosa bellissima. Ognuno di noi troverà nuove energie per fare meglio il suo lavoro e per portare al centro del suo lavoro la persona, l’uomo.

On. Tajani:

R. – Certamente, sarà una occasione importante per riflettere sui destini dell’Europa: un’Europa che appare stanca e che deve essere cambiata; un’Europa che certamente non può rinunciare alle proprie radici cristiane e non vi può rinunciare neanche chi non è credente. Occorre un intervento di altissimo livello, come sarà quello di Papa Francesco, che certamente servirà a farci compiere un ulteriore passo in avanti. E’ altrettanto importante che il Papa abbia scelto come prima visita in Europa quella dell’istituzione direttamente eletta dai cittadini: questo è un anche un messaggio di fiducia nei popoli europei.