«Dignità e non carità»: Strasburgo tra il Papa e i diritti umani

«Dignity, not charity», il presidente della Commissione Internazionale di Bioetica ha iniziato il suo discorso citando una frase di Papa Francesco (Napolitano lo ha visitato a sorpresa) stamattina a Tor Vergata, davanti agli ospiti e agli universitari. Premio Sakharov per la libertà di pensiero, e diritti umani di uomini e donne sono sul tavolo dell’Unione Europea da decenni. L’anno scorso questo ambitissimo premio lo ha vinto Malala: il trofeo ha spopolato anche in seguito al Nobel 2014. Il Nobel della ragazza pakistana che sfidò i talebani. Stamattina, però, in un ambiente confortevole e à la page, si è parlato anche di diritti dei più piccoli, proprio nel 25esimo anniversario per i Diritti dell’Infanzia. Quasi due bambini europei su cinque (uno su quattro in Italia), vivono in condizioni abitative inadeguate, con il tetto che perde, fondamenta, muri, pavimenti o infissi umidi e danneggiati. Come è stato sottolineato, la percentuale di minori a rischio povertà o esclusione sociale nei Paesi Ue, è cresciuta in media dal 55,3% al 61%, per i figli di genitori con un basso livello di istruzione. E va anche ricordato che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 24, riconosce il «diritto dei bambini e alle cure necessarie per il loro benessere».

Oggi, a Tor Vergata, oltre al vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, al presidente della Commissione Internazionale di Bioetica, al rettore Giuseppe Novelli, al professor Gustavo Piga, e alla moderatrice Fausta Speranza, c’era anche il Premio Sakharov 2005 Hauwa Ibraim, una donna dal carattere forte e delicato insieme, come soltanto l’altra metà del cielo può essere. Anche lei è sulla scia del pensiero diMalala, in quanto a lotte per il diritto all’istruzione. «Non abbiamo i libri, non abbiamo le classi, e questo non succede in nessun altro Continente. Dobbiamo andare oltre la retorica, in modo che tutti riescano a possedere le stesse qualità. Andiamo oltre i 50 mila euro che danno con il Sakharov. Abbiamo molte risorse, e possiamo diventare innovativi». Il professor Novelli ha inoltre fatto notare che «Grazie al progetto Dream, c’è stata una diminuzione del 70%, con un costo molto contenuto. Oggi abbiamo il 25esimo anniversario dei diritti dell’Infanzia, e abbiamo una diminuzione della mortalità. Ci occorre fare appello alla Scienza».

Il Premio Sakharov, visto che anche l’anniversario per i Diritti dell’Infanzia è stato inserito in questo contesto, è un premio ambitissimo. E la sua storia non nasconde qualche curiosità: l’anno scorso, oltre alla vittoria di Malala, ci fu anche la presenza di Farinas, il ventennale dissidente cubano, a cui tempo prima non fu permesso il viaggio a Strasburgo, che gli avrebbe consentito di ritirare il Premio. Quest’anno, accanto al medico africano, va sottolineata anche la presenza del Movimento Euromaidan, ucraino e antiscissionista. Di conseguenza fondamentalmente europeista (la diatriba dei leader europei di contestazione alla politica di Putin è storica). Non solo. Martedì il Pontefice sarà a Strasburgo, per il suo primo viaggio. E questo cade proprio in concomitanza con la consegna del Premio Sakharov: una vera e propria Festa, a cui parteciperà anche il Premier Matteo Renzi e, accanto a lui, i principali diplomatici europei e internazionali. Si «temono» manifestazioni, all’esterno del Parlamento Europeo: in primis quella delle Femen, che hanno assicurato la loro presenza in piazza San Pietro, poi in televisione, infine a Strasburgo, dove avrebbero annunciato di andare. La loro prima battaglia fu quella contro la prostituzione in Ucraina, accanto a ciò proteste «nude look», in senso stretto: esibizionismo come forma di protesta. Tutto ciò ha creato malumori nell’ordine pubblico, facendo in un certo senso «sfiorire» gli ideali delle femen. Martedì sarà anche un gran giorno: l’evento è eccezionale: sono tutti in attesa del discorso, che ricorda quello dei Grandi, da Malala all’Onu in su.
Simona Caporilli
21 novembre 2014