Padre Cremona: a dieci anni dalla scomparsa

Padre Carlo Cremona,
intellettuale di Dio
A dieci anni dalla scomparsa
l’UCSI Lazio ha ricordato il sacerdote agostiniano,
giornalista e scrittore in un incontro organizzato da Fausta Speranza
con brevi letture e contributi audio e tanti interventi,
presso Radio Vaticana, il 15 Luglio
Hanno partecipato tra gli altri:
L’Arcivescovo mons. Giovanni Marra
Padre Bernard Ardura,

Presidente del Pontificio Istituto di Scienze Storiche

Don Giuseppe Costa,

direttore della Libreria Editrice Vaticana

Giovanni Maria Vian,

direttore dell’Osservatore Romano

Fabio Zavattaro,

vaticanista della RAI (Tg1)

Claudio Baldasseroni,

responsabile Nastroteca RAI

V I D E O

Il meglio in rassegna  stampa:

in OSSERVATORE ROMANO del 16 Luglio 2013

Autentico comunicatore della fede. Erano appena passate le 10 di domenica 13 luglio 2003 quando, negli studi Rai di Saxa Rubra, subito dopo aver partecipato al dibattito sull’Angelus pronunciato la settimana prima da Giovanni Paolo II, moriva a ottantasei anni padre Carlo Cremona, il pioniere del giornalismo religioso in Italia.«È morto — scriverà Gianfranco Grieco su «L’Osservatore Romano» — sulla breccia come ha sempre desiderato. È morto dopo aver annunciato ancora una volta la Parola di Dio in televisione, lo strumento che lo ha fatto diventare “popolare” come padre Mariano da Torino. Lunga è stata la stagione radiotelevisiva di Padre Cremona che dagli anni Cinquanta, quando era parroco di Santa Maria del Popolo, vicino alla sede Rai di via del Babuino, ha incominciato a offrire a un pubblico sempre più vasto la Parola di Dio». E proseguiva Grieco nel suo ricordo: «Lavorava sodo padre Cremona. A questa fedeltà di lavoro che intendeva come “missione” perché la sua parrocchia era vasta quanto il mondo, non si sottraeva mai nell’annunciare la Parola di Dio. Dai pulpiti delle chiese, ai dibattiti; dalla radio e dalla televisione pubblica e privata a Radio Maria, sempre e dovunque, opportune et importune».A dieci anni esatti dalla scomparsa di Carlo Cremona, l’Unione Cattolica Stampa Lazio ha ricordato il sacerdote agostiniano con una tavola rotonda dedicata all’«Intellettuale di Dio». Organizzato da Fausta Speranza nella Sala Marconi di Radio Vaticana, l’incontro ha visto la partecipazione dell’arcivescovo Giovanni Marra, di padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, del direttore della Libreria Editrice Vaticana don Giuseppe Costa, del vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro, del responsabile della Nastroteca Rai Claudio Baldasseroni e del direttore del nostro giornale. Quattro le dimensioni importanti emerse dai ricordi personali e professionali legati a padre Cremona: il rapporto con sant’Agostino (di cui il religioso di Genazzano scrisse una biografia, ristampata ben dodici volte), il rapporto con l’arte, quello con Paolo VI — anche di Montini Cremona scrisse una biografia — e monsignor Pasquale Macchi (che alla scomparsa dell’amico sacerdote ne ricordò «la gioia di vivere, di credere, di realizzare la propria vocazione, di rendere al mondo quei doni che Dio ha seminato in ciascuno»), e, infine, il rapporto con il mondo del giornalismo. Fu un autentico comunicatore della fede, padre Carlo Cremona. E per una volta tanto non vi fu bisogno della sua scomparsa per apprezzarne il valore e l’impegno: il 20 dicembre 1978 Raimondo Manzini — che aveva diretto L’Osservatore dal 1960 all’inizio di quell’anno — raccontava sulle pagine del nostro giornale il colloquio avuto casualmente con un tassista romano, all’ora di punta. Tra auto, sorpassi, macchine e attraversamenti insidiosi, il tassista raccontò a Manzini cosa significassero per lui quei cinque minuti di trasmissione radiofonica il sabato a mezzogiorno. Cinque minuti in cui la voce di padre Cremona seminava nell’ascoltatore «sacerdotale esperienza, evangelica comprensione e umana pietà, senza peraltro concessioni a qualsiasi spirito di compromesso».