Ue e giovani, proposte e non proteste

Centinaia di ragazzi si sono riuniti a Francoforte, sotto l’EuroTower, nel cuore della finanza europea, per proporre idee concrete contro la crisi: dal lavoro all’accesso al credito.

“Vi aspetto a Bruxelles”: a parlare è il presidente del Parlamento Europeo, il socialista Martin Schulz. Ma non è un appuntamento dato a leader europei e nemmeno un invito rivolto a big della finanza o dell’industria o a esponenti delle parti sociali.
Schulz ha convocato a Bruxelles i 500 giovani che hanno dato vita, durante il weekend, al Movimento di Francoforte, con una manifestazione organizzata nel cuore della finanza europea: a Francoforte, sede della Banca Centrale Europea.
Di fronte all’Eurotower i giovani sono arrivati con molta grinta, poca voglia di protestare ma con la ferma volontà di presentare idee concrete.

Hanno chiesto “un patto europeo per il diritto alla formazione di qualità, al lavoro e all’accesso al credito per i giovani imprenditori”. Ma hanno anche chiesto che ci sia “un sistema di penalità per gli Stati membri che non promuovono efficaci azioni per l’occupazione giovanile”. I ragazzi hanno sostato sotto la Banca centrale europea ma hanno anche ottenuto di riunirsi in locali all’interno dell’Eurotower, in video conferenza con Schulz. Li ha seguiti la vicepresidente italiana del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli, e sono poi arrivati i messaggi di 75 deputati di vari paesi.

Schulz ha incoraggiato i ragazzi a utilizzare uno strumento concreto previsto dal Trattato di Lisbona: l’iniziativa legislativa popolare europea. In sostanza proposte che dal basso possono farsi legislazione.
A parlare con i giovani seduti sotto l’Eurotower colpiva la seria consapevolezza di appartenere a una generazione “stritolata negli anni peggiori” di una crisi non paragonabile a precedenti della storia recente del vecchio Continente, unita però alla voglia di “fare qualcosa”.

Nessuna falsa rassicurazione da parte dei vertici dell’europarlamento. Schulz ha affermato: “La disoccupazione giovanile è una piaga per l’Europa e voi rischiate di essere una generazione perduta”. Ma ha poi aggiunto: “Eppure dà forza vedervi qui e vedere nascere qualcosa”. Cosa sia nato a Francoforte è più chiaro nelle parole della vicepresidente Angelilli che fotografa “un laboratorio di idee e di proposte che può essere un punto di riferimento e di partecipazione per tutti i giovani italiani ed europei”. Va fatta una considerazione sulla scelta del luogo: l’Eurotower.

Nel mezzo delle diatribe tra paesi del Nord Europa, rigorosi sui conti, e paesi del Sud, più o meno pasticcioni, il Governatore della Banca Centrale europea, Mario Draghi, ha messo d’accordo tutti, di recente, sul piano di acquisti di titoli di Stato da parte proprio della Bce, per salvare situazioni di seria difficoltà e per salvare in definitiva l’euro e l’Unione Europea. Ritrovare i giovani seduti sotto il simbolo dell’euro a Francoforte ha fatto pensare a un ruolo nuovo che la Bce ha assunto anche agli occhi dei cittadini e non solo dei leader.

Ha fatto pensare che il messaggio sostanziale di solidarietà tra Paesi lanciato da Draghi non sia passato inosservato ai giovani, in uno scenario difficile di crisi della finanza e della politica. Bisogna dire che tra le proposte presentate, c’è “la riforma della BCE affinché diventi una vera e propria banca dello sviluppo al servizio dei cittadini e delle imprese europee”. In definitiva non dovrebbero passare inosservati tanti giovani che hanno chiesto aiuto alle istituzioni europee, dopo anni in cui politici nazionali inadeguati hanno buttato sull’Europa tutte le responsabilità di qualunque fallimento o di qualunque sacrificio da fare. Forse il gioco dello scarica barile che poteva sempre finire a Bruxelles non funziona più con i giovani.

In questo caso i ragazzi a Francoforte non hanno solo battuto un colpo sulla loro esistenza ma hanno anche dato una bella lezione.

Fausta Speranza